MPMI: la relazione 2014 del Garante
Il Garante per le micro, piccole e medie imprese Giuseppe Tripoli ha presentato al presidente del Consiglio la relazione 2014 sulle MPMI, come disposto dallo Statuto delle Imprese (Legge n. 180/2011), in attuazione dello Small Business Act.
Dalla relazione emerge un quadro preoccupante dello stato del sistema di micro, piccola e media impresa italiana.
Il 2013 si è infatti caratterizzato per:
- un saldo tra iscrizioni e cessazioni pari a +12.681, il peggiore degli ultimi anni,
- la crescita del differenziale rispetto ai principali Paesi competitor europei tanto nei costi di accesso al credito, quanto in quelli per l’energia;
- un aggravio nei costi della logistica, che pesano annualmente sulle imprese per 12 miliardi di euro.
Tra gli ambiti di intervento più urgenti, la relazione individua anche l’alleggerimento degli oneri fiscali sul lavoro e sugli investimenti e degli oneri burocratici, la scarsità di risorse per l'innovazione, la necessità di maggiori informazioni e sostegno manageriale per l'accesso ai mercati esteri.
Prospettive e proposte
Tra i fenomeni più interessanti, invece, la relazione segnala:
- le aggregazioni tra “piccoli”, spesso trainate dalle imprese di medie dimensioni,
- la ricomposizione dei settori e delle filiere del Made in Italy che combinano manifattura e servizi avanzati,
- la crescita dell'imprenditoria femminile,
- le prospettive delle start up innovative e della contaminazione tra imprese, università e laboratori,
- la riscoperta della dimensione sociale delle imprenditoria,
- il consolidarsi della filiera “green”.
La relazione avanza, infine, una serie di proposte per:
- la riduzione del carico fiscale, in particolare attraverso un deciso taglio dell’Irap e degli oneri sul lavoro,
- la semplificazione degli adempimenti burocratici, a partire dalla razionalizzazione delle comunicazioni obbligatorie,
- l'accesso al credito, in particolare per ridurre l'eccessiva dipendenza delle imprese dal capitale bancario, ad esempio rafforzando il ricorso diretto al mercato dei capitali e incrementando l'utilizzo dei fondi strutturali europei,
- l'internazionalizzazione, migliorando il coordinamento delle iniziative promozionali per l’export e integrando gli strumenti per il finanziamento delle esportazioni con quelli per l’assicurazione e riassicurazione dei rischi legati alla presenza delle imprese nazionali sui mercati esteri,
- l'innovazione, ad esempio estendendo il credito di imposta per le attività di R&S, previsto dal Piano Destinazione Italia, all’intero volume degli investimenti e alle imprese localizzate nell’intero territorio nazionale,
- l'aggregazione delle imprese, mediante l'estensione del regime fiscale agevolato delle reti, con incentivi ai programmi di rete finalizzati all’internazionalizzazione,
- la promozione dell’autoimprenditorialità e della continuità aziendale, introducendo benefici fiscali per favorire la trasmissione dell’azienda destinata alla cessazione a familiari o a dipendenti che decidano di rilevarla.
o