Costruzioni - nel 2018 ripartono gli investimenti pubblici
Nel 2018 le costruzioni si rimetteranno in moto, grazie soprattutto all’apporto del mercato pubblico.
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E’ questo il dato più importante contenuto nel rapporto del Cresme, presentato ieri a Venezia per fare il punto, come ogni anno, sull’andamento del mercato delle costruzioni. Stavolta, però, ci sono delle novità molto rilevanti. Se il mercato privato è ormai al suo massimo, grazie soprattutto ai bonus per il recupero, destinati a confermare il loro potenziale, è dal mercato pubblico che ci si aspetta una spinta in più. Per effetto di questo andamento positivo, il settore è destinato a crescere del 2,5 per cento.
L'impatto dell'edilizia
Tutto parte da un’osservazione, che peraltro già circola nel comparto da diverso tempo. Se anche l’edilizia avesse partecipato alla ripresa del Pil, l’Italia sarebbe in linea con i principali paesi europei. E, anzi, sarebbe una delle punte avanzate dell’Unione europea. In questi anni, però, è mancato proprio l’apporto delle costruzioni.
Il mercato privato
Da un lato, infatti, il mercato privato ha dato la sua spinta, trainato dagli ecobonus e da un mercato delle ristrutturazioni edilizie che in questi anni è stato spremuto in tutti i modi. Dall’altro, all’opposto, il mercato pubblico è rimasto fermo ad attendere, bloccato da uno scarso livello di investimenti e da problemi evidenti legati alle gare e, più in generale, alle procedure.
Le tendenze per il 2018
Il 2018 dovrebbe segnare, proprio su questo secondo punto, un’inversione di tendenza attesa da tempo. La domanda pubblica, infatti, è destinata a ripartire, grazie a una serie di investimenti pubblici che in questi anni sono stati sistematicamente rinviati ma che, finalmente, andranno a regime. Consentendo al settore di crescere del 2,5 per cento, un punto sopra le previsioni.
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Le delusioni del 2016 e 2017
Andando più in profondità con i numeri, gli ultimi due anni delle costruzioni (il 2016 e il 2017) hanno fatto segnare altrettante delusioni. Le attese del settore di una ripresa ormai prossima sono state, infatti, sistematicamente deluse e ci siamo dovuti fermare a tassi di crescita intorno all’un per cento.
L'impatto della crisi
In totale, allora, la crisi ha lasciato dei segni che non sono stati assolutamente riassorbiti, con una riduzione degli investimenti pari al 33% tra il 2005 e il 2014 e un taglio di 600mila posti di lavoro con un calo complessivo del 30% delle persone occupate nel comparto. Insomma, una vera strage occupazionale.
Il mercato pubblico
In questo quadro, negli ultimi due anni sono state soprattutto le opere pubbliche a deludere. Per loro, infatti, il calo è stato costante, con una riduzione del 2,6% e dell’1,5% in termini reali. Una riduzione che ha comportato la revisione al ribasso sistematica delle previsioni fatte negli ultimi anni.
La crescita del 2,5%
Il 2018, invece, porterà – come detto – una crescita del 2,5%, in grado di andare sopra il dato previsto per il Pil italiano. Con un impatto fortissimo degli investimenti pubblici: sono moltissime le risorse stanziate nelle ultime leggi di Bilancio, a partire dai maxi fondi di investimento da 46 e 38 miliardi.
Investimenti per 149 miliardi
Complessivamente, allora, per il settore saranno mobilitate risorse per un totale di 149 miliardi di euro. In questo modo si metterà in movimento una ripresa negli investimenti pubblici destinata a durare nel tempo, almeno fino al 2022.
Gli interventi privati
Il settore degli investimenti privati, invece, sembra arrivato al punto di saturazione. Tutti gli interventi legati ai bonus fiscali, infatti, vengono già sfruttati a livelli altissimi. I nuovi sconti, come il sismabonus, difficilmente riusciranno a garantire un impatto rilevante sul mercato delle costruzioni nei prossimi anni.
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