Fondi europei – Corte Conti UE, attenzione a pagamenti arretrati

 

Corte dei conti europea - Photo credit: Copyright: UEL'aumento dell'arretrato di bilancio potrebbe avere un impatto su futuri progetti finanziati dai fondi europei e compromettere anche i programmi operativi a carico del Quadro finanziario pluriennale post 2020.

La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027

L'avvertimento arriva da un'analisi della Corte dei conti europea, secondo la quale l’arretrato di fondi del bilancio UE impegnati ma per i quali non sono stati ancora eseguiti pagamenti ha raggiunto un nuovo livello record, che potrebbe comportare notevoli rischi finanziari per il futuro.

Corte Conti europea – UE non faccia promesse che non può mantenere

Dal 2011 al 2015, ricorda la Corte, la Commissione non ha avuto a disposizione fondi sufficienti per eseguire tutti i pagamenti entro la fine dell’esercizio a cui si riferiscono ed ha dovuto pagare gli importi non ancora liquidati nel corso degli esercizi successivi.

Il bilancio annuale dell’UE prevede infatti importi a disposizione per essere impegnati e importi per gli effettivi pagamenti nel corso dell’esercizio. Dal momento gli impegni sono sempre superiori agli importi disponibili per i pagamenti, che i piani di spesa pluriennali si sovrappongono e che i programmi finanziati dall’UE negli Stati membri generalmente fanno registrare ritardi, gli “impegni non ancora liquidati”, noti come RAL, dal francese reste à liquider, cioè assunti nell’attuale e nei precedenti esercizi ma non ancora pagati o annullati, tendono ad aumentare.

A generare la quota maggiore di RAL sono i fondi strutturali e d’investimento europei (SIE), in virtù della loro elevata percentuale sul bilancio complessivo dell'Unione e delle specifiche norme che ne disciplinano la spesa.

Nel 2013, Bruxelles ha previsto un RAL di oltre 260 miliardi di euro per la fine del 2020. Cifra che è stata rivista al rialzo nel 2018, portandola a 295 miliardi di euro, con la previsione di arrivare a 314 miliardi di euro alla fine del 2023. Un incremento che potrebbe limitare la capacità della Commissione di gestire future necessità o di evadere future domande di pagamento in tempo e che rischia di compromettere la sostenibilità del nuovo piano pluriennale di spesa per il 2021-2027 già prima della sua partenza.

“Per molti anni la Corte ha espresso preoccupazione circa il livello crescente del RAL, raccomandando alla Commissione di agire per ridurlo,” ha ricordato Annemie Turtelboom, il membro della Corte dei conti europea responsabile dell’analisi rapida. “Ma adesso constatiamo che la storia si ripete. Oggi, alcuni dei fattori all’origine del RAL sono identici a quelli del passato. Un RAL elevato accresce l’esposizione finanziaria del bilancio dell’UE”.

Da qui varie proposte per impedire un analogo accumulo di RAL nella prossima programmazione. Anzitutto adottare tempestivamente il piano di spesa pluriennale e i relativi programmi operativi. In secondo luogo, semplificare le norme relative alla spesa del bilancio dell’UE. Infine, fornire delle previsioni valide circa il fabbisogno di pagamenti in modo da garantire un equilibrio adeguato tra gli importi disponibili per gli impegni e quelli per i pagamenti.

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