Decreto Crescita – gli emendamenti delle Regioni su riprogrammazione FSC

 

Photo credit: Conferenza delle Regioni e delle Province autonomeLa Conferenza delle Regioni propone una serie di emendamenti alla norma del decreto Crescita che prevede la riprogrammazione degli interventi finanziati dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).

Decreto Crescita – semplificazioni per risorse Fondo Sviluppo e Coesione

Secondo Regioni e Province autonome l'articolo 44 del disegno di legge di conversione del decreto n. 34-2019 dovrebbe essere modificato per coinvolgerle maggiormente nel processo di semplificazione dell'attuazione degli interventi a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione.

Decreto Crescita – il giudizio degli stakeholder

La posizione delle Regioni sulla riprogrammazione degli interventi FSC

L’articolo 44 del decreto Crescita prevede, su proposta del ministro per il Sud, una riclassificazione della pluralità degli attuali documenti programmatori finanziati con risorse del FSC in un unico Piano operativo, denominato “Piano Sviluppo e Coesione”.

L'obiettivo è migliorare il coordinamento e la qualità degli interventi infrastrutturali finanziati con le risorse nazionali destinate alle Politiche di Coesione dei cicli 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020 e accelerarne la spesa da parte delle amministrazioni titolari dei programmi, aumentandone le responsabilità. Ministeri, Regioni, Province e Città metropolitane dovrebbero infatti individuare gli interventi, vigilare sulla loro attuazione, approvare le varianti, presentare gli stati di avanzamento e le richieste di erogazione delle risorse ai beneficiari.

Un impianto generale condiviso dalla Conferenza delle Regioni, che però chiede di rispettare i principi base che ispirano e regolano il Fondo Sviluppo e Coesione, lo strumento nazionale che, in complementarietà con i fondi strutturali europei, finanzia gli interventi diretti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del paese.

Dal momento che il Fondo finanzia interventi strategici, sia di carattere infrastrutturale che immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale, la titolarità della programmazione e dell'attuazione viene attribuita di volta in volta alle amministrazioni che meglio garantiscono il rispetto dei principi di sussidiarietà, efficienza e efficacia.

Alla luce di queste considerazioni, osservano le Regioni, l'articolo 44 dovrebbe prevedere che l’Agenzia per la Coesione territoriale proceda alla riclassificazione degli attuali documenti programmatori del FSC “d’intesa con le amministrazioni interessate”. Analogamente, il documento chiede che, laddove l’amministrazione titolare sia una Regione o Provincia autonoma o Città metropolitana, l’Agenzia per la Coesione territoriale proceda a sottoporre all’approvazione del CIPE il nuovo Piano di Sviluppo e Coesione, sempre previa intesa con l’amministrazione titolare interessata, e che i Comitati di Sorveglianza svolgano i compiti previsti dal decreto ferme restando le competenze attribuite alle amministrazioni regionali, oltre che a quelle centrali.

Le Regioni propongono poi di eliminare il riferimento alle relazioni di attuazione annuali, in analogia con quanto è previsto per la programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali, e di non aggiungere ulteriori passaggi all’iter procedurale di approvazione delle modifiche ai Piani.

Per quanto riguarda gli interventi a titolarità delle amministrazioni centrali, il documento propone che il Governo stipuli apposite intese con le Regioni e le Province autonome dei territori interessati. La gestione del FSC è stata infatti caratterizzata da governance diverse per ciascun periodo di programmazione - dagli Accordi di programma quadro del ciclo 2000-2006 ai Programmi attuativi regionali della programmazione 2007-2013, fino ai Piani operativi e ai Patti per lo sviluppo del ciclo 2014-2020 – e questo raccordo istituzionale dovrebbe essere mantenuto.

Infine, Regioni e Province autonome chiedono di avere in capo la titolarità e la gestione di tutte le risorse del FSC del settennato 2021-2027 destinate al territorio regionale.

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Photo credit: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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