Credito: la crisi Covid rilancia i Confidi
Secondo il rapporto 2021 dell'Osservatorio permanente sui Confidi del Comitato Torino Finanza, la pandemia ha riattivato la collaborazione tra questi enti e il sistema bancario e condotto a un crescita significativa dei volumi garantiti.
Proroga per moratoria prestiti e Fondo garanzia Covid
Dopo i segnali di declino degli ultimi anni, l'emergenza Covid ha innescato un processo virtuoso per i consorzi che prestano garanzie per agevolare l'accesso ai finanziamenti alle imprese. Una volta cessate le misure straordinarie a sostegno della liquidità, come le garanzie pubbliche e la moratoria sui prestiti, sostiene il rapporto realizzato dall'organo della Camera di Commercio di Torino e presentato in diretta streaming il 12 maggio, i Confidi potranno rappresentare una zattera di salvataggio per le micro e piccole imprese in difficoltà e quindi a rischio usura.
“Dopo anni di declino, nel bel mezzo di una crisi i Confidi danno prova di essere solidi e radicati nella realtà imprenditoriale”, ha dichiarato il presidente del Comitato Torino Finanza, Vladimiro Rambaldi, presentando il rapporto insieme a Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino, e Mario Comana, Presidente Organismo Confidi Minori. “Ci sono segnali di vitalità, intelligenza e innovazione, che sono indice della capacità di accettare le difficili sfide di questa stagione”, ha aggiunto.
Confidi - come migliorare redditività e sostegno alle imprese
Cresce il ruolo dei Confidi per il credito alle imprese
I Confidi maggiori, sottoposti alla vigilanza della Banca d’ Italia, sono 34, concentrati soprattutto al Nord. Dei 264 Confidi minori censiti al momento della redazione del rapporto dell'Osservatorio, 167 (il 56% del totale) risultavano iscritti nell'elenco Organismo Confidi Minori, l’authority a sua volta vigilata dalla Banca d’Italia, cui si aggiungono 7 “ultrattivi” (in uscita dall’elenco ex art 155 c. 4. t.u.b., i quali possono continuare ad operare nelle more del procedimento di iscrizione e sono in un elenco tenuto dalla Banca d’Italia) e alcuni “tardivi” (altri 155 c.4 che non possono operare nelle more del procedimento di iscrizione) limitati a poche unità.
L'Osservatorio registra un livello elevato di solidità rispetto ai rischi assunti e anche la solvibilità del sistema appare adeguata o più che adeguata, con il 62% dei Confidi che presenta un valore di liquidità anche oltre il limite della prudenza.
In base al rapporto, coordinato da Diego Bolognese e Salvatore Vescina, nel 2020 il flusso annuale delle controgaranzie del Fondo di garanzia per le PMI sulle operazioni dei Confidi è raddoppiato rispetto al 2019, passando da 1,5 a 3 miliardi di euro a fronte di prestiti per un totale di 3,8 miliardi di euro.
Un dato da tenere presente per valorizzare il contributo di questi enti alla disponibilità di credito per le piccole e medie imprese italiane una volta cessato il sostegno degli interventi eccezionali e alla luce dei cambiamenti nel business model delle banche che, condizionate dalle normativa prudenziale e sulla spinta delle tecnologie dell’informazione, hanno modificato i criteri allocativi e le procedure di selezione, facendo arretrare il "relationship lending" a vantaggio di algoritmi bancari che attingono alle informazioni quantitative disponibili in vari database. Un sistema che, però, penalizza gli operatori economici privi di bilanci e/o di rapporti creditizi pregressi, creando un vuoto nei confronti di tante micro e piccole imprese che i Confidi possono, almeno in parte, colmare.
In questo quadro, suggerisce il rapporto, i Confidi possono svolgere un ruolo cruciale anche nel contenere il rischio di una diffusione significativa del fenomeno dell’usura, sfruttando la possibilità – introdotta nel 2020 – di detenere partecipazioni in operatori di microcredito ed erogare direttamente prestiti utilizzando le risorse del fondo per la prevenzione usura del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Come il covid ha cambiato il Fondo di garanzia per le PMI
Consulta il rapporto sui Confidi 2021
Photo credit: Foto di Franz W. da Pixabay
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