Da fondi europei 2021-27 crescita PIL e 1,3 milioni di posti di lavoro
Secondo la relazione pubblicata dalla Commissione europea sull'impatto della programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027 sulla crescita in Europa, il PIL dell'UE crescerà dello 0,5% entro la fine del decennio, con punte del 4% in alcuni Paesi membri.
Pienamente operativi i fondi europei della Politica di Coesione 2021-27
Il report presentato il 2 maggio dall'Esecutivo UE fornisce una simulazione dell'impatto a medio e lungo termine dei finanziamenti a titolo dei fondi europei 2021-27. Si tratta in tutto di 378 miliardi di euro, che permetteranno di mobilitare investimenti per 545 miliardi e contribuiranno alla creazione di 1,3 milioni di posti di lavoro.
L'impatto dei fondi europei 2021-2027 a livello UE
L'approvazione dei 27 Accordi di partenariato dei paesi europei si è conclusa nel mese di dicembre ed è stata seguita a gennaio dall'adozione degli oltre 380 Programmi operativi nazionali, regionali e tematici cofinanziati dai fondi europei 2021-27.
Da questi Programmi discenderanno gli interventi e i bandi rivolti ai territori, di cui Bruxelles stima l'impatto nella sua relazione con riferimento ai cinque obiettivi di policy della Politica di Coesione 2021-2027:
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a more competitive and smarter Europe, che riunisce i temi dell'innovazione, della digitalizzazione, della trasformazione economica e del sostegno alle PMI;
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a greener, low-carbon transitioning towards a net zero carbon economy and resilient Europe, collegato all'attuazione dell'Accordo di Parigi e all'obiettivi UE di neutralità climatica entro il 2050;
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a more connected Europe, relativo agli investimenti nelle reti strategiche digitali e nei trasporti;
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a more social and inclusive Europe, che sostiene l'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e gli investimenti per la formazione, l'occupazione, l'accesso alla sanità, ecc;
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a Europe closer to citizens, a supporto delle strategie sviluppate a livello locale e dell'agenda urbana.
Per quanto riguarda l'obiettivo di un'Europa più competitiva e più intelligente, ad esempio la Politica di Coesione faciliterà l'accesso a migliori strutture di ricerca per circa 83mila ricercatori e la concessione di incentivi per l'innovazione a circa 725mila imprese. La transizione verso un'economia a zero emissioni nette di carbonio verrà invece perseguita mediante il finanziamento di progetti nei settori dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili, in sinergia con il piano REPowerEU, mentre alla mobilità urbana sostenibile contribuirà la realizzazione di 1.230 km di linee tranviarie e metropolitane nuove e modernizzate e di 12.200 km di infrastrutture ciclabili.
I fondi della Politica di Coesione sosterranno inoltre almeno 6,5 milioni di disoccupati attraverso lo sviluppo di competenze e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e faciliteranno l'integrazione e l'inclusione di oltre 3 milioni di persone, 600mila delle quali appartenenti a gruppi emarginati come i Rom. Gli investimenti riguarderanno anche le infrastrutture sanitarie e l'accesso all'istruzione.
In base alle simulazioni condotte dalla Commissione utilizzando un apposito modello per valutare l'impatto dei fondi UE, gli interventi finanziati dalla Politica di Coesione 2021-2027 incrementeranno il PIL dell'UE dello 0,5% entro il 2029, termine del periodo di attuazione, rispetto a uno scenario privo di questa politica, ma il loro effetto strutturale continuerà molto tempo dopo la conclusione dei programmi, per cui 25 anni dopo l'inizio dell'attuale programmazione ogni euro speso avrà generato 2,8 euro di PIL aggiuntivo nell'UE, con un tasso di rendimento annuo di circa il 3,4%.
Bruxelles stima un impatto significativo anche sul mercato del lavoro, con un aumento dell'occupazione dello 0,64% nel 2027, che corrisponde a circa 1,3 milioni di posti di lavoro in più.
L'impatto atteso dovrebbe essere ancora superiore in alcuni paesi principali beneficiari della Politica di Coesione: oltre il 4% in Croazia e sopra il 3% in Bulgaria, Portogallo e Romania. E in generale, entro la fine del periodo di attuazione, l'impatto sul PIL delle regioni meno sviluppate, tra cui rientrano quelle del Sud Italia, dovrebbe essere in media del +2,6% (rispetto al +0,4% e +0,1% rispettivamente nelle regioni in transizione e più sviluppate).
La Politica di Coesione 2021-2027 in Italia
Nel caso dell'Italia i 47 programmi FESR e FSE+, il programma JTF e i 19 Interreg dell'Accordo di partenariato 2021-27 (in cui rientra anche il PO FEAMPA) valgono complessivamente circa 75 miliardi tra fondi europei e cofinanziamento nazionale, dedicati per il 75% alle regioni meno sviluppate, le quali sperimentano un deciso incremento dell'intensità di aiuto per persona dai 192 euro del settennato 2014-2020 ai 220 euro dell'attuale ciclo.
Con riferimento ai cinque obiettivi di policy della Politica di Coesione, l'Italia ha destinato anzitutto 9,5 miliardi all'obiettivo A smarter Europe, per sostenere la crescita e la competitività delle PMI, gli investimenti in R&S&I e nello sviluppo di conoscenze e competenze per la sostenibilità, e punta a sostenere oltre 140mila imprese in questa transizione.
Fronte transizione energetica, la dotazione complessiva ammonta a 8,8 miliardi, che saranno utilizzati: per migliorare l'efficienza energetica degli edifici pubblici, con l'obiettivo di avere oltre 2 milioni e 900mila metri quadrati di superfici migliorate; fornire energia economica, rinnovabile, pulita e sicura, con un incremento previsto di 912 megawatt annui di produzione da fonti rinnovabili; migliorare il trattamento delle acque reflue per oltre 1,5 milioni di persone; migliorare il riciclaggio dei rifiuti di oltre 1 miliardo e 41mila tonnellate all'anno; contribuire alla conservazione e al ripristino degli ecosistemi e della biodiversità, anche per la prevenzione del rischio di catastrofi.
All'obiettivo A more connected Europe andranno invece 1,5 miliardi, per interventi diretti principalmente a ridurre il divario infrastrutturale tra il Sud e il Centro-Nord per quanto riguarda l'elettrificazione delle linee ferroviarie, la digitalizzazione dei servizi e il potenziamento delle infrastrutture logistiche portuali.
Oltre 17 miliardi è invece il budget per l'obiettivo A social Europe, che mira al rafforzamento dell'occupazione, dell'istruzione e dell'inclusione sociale, a beneficio di oltre 6,6 milioni di persone. Nei settori chiave dell'occupazione giovanile, dell'inclusione sociale, del sostegno agli indigenti e della lotta alla povertà infantile l'Accordo di partenariato dell'Italia prevede impegni al di sopra delle soglie minime regolamentari previste dalle regole della Politica di Coesione per aumentare dimensione e raggio di azione degli interventi.
Infine, oltre 2,2 miliardi sono destinati all'obiettivo di un'Europa più vicina ai cittadini, in particolare attraverso l'attuazione delle strategie territoriali locali che saranno realizzate su tutto il territorio nazionale, dalle aree interne a quelle costiere, destinatarie anche delle risorse, rispettivamente, del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA).
Un miliardo, infine, attraverso il programma del Just Transition Fund (JTF) andrà alle due aree del Sud Italia in cui si concentrano attività produttive ad alta intensità di carbonio - l'area funzionale di Taranto in Puglia e l'area del Sulcis Iglesiente in Sardegna - con investimenti a sostegno della diversificazione dell'economia, della bonifica dei territori e dell'adeguamento delle competenze dei lavoratori.
Per approfondire: Fondi europei: in Gazzetta la delibera CIPESS sull'Accordo di partenariato 2021-27
Report on the outcome of 2021-2027 cohesion policy programming
Photo credit: Suicasmo
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