Conto alla rovescia per il Big Science Business Forum 2024. Intervista a Paolo Acunzo, ENEA
Dal 1° al 4 ottobre si svolgerà, per la prima volta in Italia, la terza edizione del Big Science Business Forum (BSBF). Ne parliamo con il Direttore del BSBF Trieste 2024, Paolo Acunzo, Responsabile del servizio ILO Network Italia nella Direzione Trasferimento Tecnologico di ENEA.
Imprese, appuntamento a Trieste con il Big Science Business Forum 2024
A pochi giorni dall'inizio dell'evento internazionale Big Science Business Forum (BSBF) a Trieste, abbiamo chiesto a Paolo Acunzo, Responsabile del servizio ILO Network Italia nella Direzione Trasferimento Tecnologico di ENEA, di illustrarci l'iniziativa e i futuri sviluppi legati a questa importante opportunità.
Che cos'è il BSBF?
Il BSBF è il principale forum europeo di cooperazione scientifica e tecnologica orientata alle imprese con l’esplicito obiettivo di divenire il punto di riferimento per l’incontro tra laboratori, infrastrutture di ricerca e industrie. Si svolge ogni due anni in una diversa città europea e vede la presenza di oltre mille partecipanti internazionali tra esponenti delle istituzioni, delle organizzazioni internazionali, delle imprese e del mondo della ricerca.
Solo per dare alcuni dati, a Trieste sono previsti:
- 1000 partecipanti di 500 organizzazioni diverse provenienti da 30 paesi;
- 150 relatori provenienti da numerose organizzazioni internazionali;
- 30 sessioni congressuali, tra plenaries, parallel e satellite sessions;
- 160 stand espositivi da parte di imprese europee.
Come è nata la candidatura italiana?
La proposta italiana è stata presentata in risposta ad un bando internazionale lanciato dal BSBF nel 2022 per individuare la città ospitante delle attività della Big Science nei successivi anni. La candidatura di Trieste si è confrontata in una accesa competizione internazionale con le altre presentate rispettivamente dal governo svizzero per Ginevra e dal governo olandese per Maastricht.
La vincente candidatura italiana è stata presentata dalla Presidenza della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia in sinergia con gli ILO nazionali di CNR, ENEA, INAF e INFN tramite ILO Network Italia, il centro di ricerca di Trieste Area Science Park e l’agenzia in house della Regione Promoturismo FVG.
Come opera la Big Science?
La Big Science opera attraverso programmi pluriennali definiti in vario modo dalla comunità scientifica. Compito delle Big Science Organizations (BSOs) consiste nel realizzare tali programmi internazionali, sviluppando tecnologie innovative finalizzate sia alla costruzione delle grandi infrastrutture di ricerca sia alla realizzazione di grandi esperimenti a livello planetario. I progetti vengono realizzati dalle BSOs attraverso commesse e gare d’appalto che seguono specifiche regole di riferimento differenti tra loro rivolte ai mercati internazionali e che si vanno ad inserire nei vari ordinamenti imprenditoriali nazionali.
La partecipazione italiana nella governance di queste BSOs è affidata ai suoi principali Enti Pubblici di Ricerca (CNR, ENEA, INAF e INFN) mediante la designazione di loro personale nei vari organi delle BSOs, secondo i mandati fissati dai Ministeri di riferimento e modalità definite nei singoli protocolli di adesione. Tra questi vi sono i national ILO – Industrial Liaison Officer che hanno il compito di facilitare la partecipazione del sistema imprenditoriale nazionale nelle attività industriali delle principali infrastrutture internazionali della ricerca.
Si parla spesso della necessità di costruire un mercato comune della Big Scienze in Europa. Di cosa si tratta?
Il mercato della Big Science è costituito da grandi infrastrutture di ricerca in cui la continua collaborazione tra laboratori e industria è caratteristica fondamentale per il suo sviluppo tecnologico ed economico. Tale mercato però non si sviluppa in modo uniforme, essendo caratterizzato dalla diversa natura delle singole BSOs e dalle articolate relazioni tra il mondo della ricerca e dell’impresa.
Su questo tema, in occasione dell'apertura dei lavori a Trieste, il prossimo 2 ottobre, si svolgerà una tavola rotonda sul futuro della Big Science in Europa con la partecipazione per la prima volta in contemporanea sullo stesso palco dei vertici delle dieci BSOs promotrici.
Il BSBF è dunque un appuntamento unico nel suo genere, in quanto si tratta di un One stop shop, ovvero il luogo ideale per le industrie di tutta Europa di incontrare tutti i referenti delle gare di appalto internazionali e un luogo dove trovare strategie comuni, alleanze e sinergie con le altre imprese per assicurarsi l’aggiudicazione degli appalti. Sono le imprese le vere protagoniste del Forum. Le stesse Big Science Organizations promotrici incentivano la loro partecipazione, in modo particolare di piccole e medie imprese, considerate vero asse portante dell’economia europea.
Ci sono altri elementi che caratterizzano l’edizione di Trieste del Big Science Business Forum?
Negli ultimi due anni di preparazione il BSBF ha svolto importanti attività internazionali come il Roadshow nelle capitali dell’Europa centro-orientale, grazie al supporto ricevuto dal Ministero degli Affari Esteri, dal sistema delle Ambasciate d’Italia nei paesi dell’Europa centro-orientale e balcanica e alla continua collaborazione con il Segretariato basato a Trieste del CEI – Central European Initiative. A questi paesi è stata dedicata una sessione parallela apposita dove presentare opportunità e competenze specifiche.
Inoltre, la giornata di apertura sarà arricchita da un esempio concreto di come si può sviluppare la cosidetta Science Diplomacy, con la presentazione congiunta da parte dei due principali concorrenti internazionali alla costruzione della principale nuova infrastruttura nell’ambito della Big Science. Infatti i presidenti dei comitati delle due candidature alternative di Italia e Paesi Bassi spiegheranno insieme l’importanza scientifica per lo sviluppo tecnologico per tutta l’Europa e l’impatto nel mercato internazionale della Big Science della prossima costruzione dell'Einstein Telescope.
Tutto ciò contribuisce a rendere il BSBF 2024 il contesto ideale dove far emergere il protagonismo internazionale del sistema industriale italiano nella Big Science. Infatti, come è emerso a Torino lo scorso 5 settembre, nella conferenza nazionale Big Science Italia promossa in collaborazione con Confindustria, il nostro sistema industriale è ai vertici europei nell’aggiudicazione di questi tipi di progetti.
Infine, è prevista una giornata dedicata ai giovani. Il 4 ottobre durante la sessione sulle opportunità professionali del settore vi sarà il lancio della sezione Big Science nella piattaforma di ricerca del personale EURES network della Commissione europea. Per la prima volta tutti coloro che sono interessati agli sbocchi professionali in questo innovativo settore avranno un luogo dove consultare le offerte non solo delle BSO, ma anche delle imprese. A seguire vi sarà anche una sessione sul coinvolgimento delle donne nella Big Science, promossa da un comitato nato per l’occasione. Per assicurare la massima partecipazione possibile, la giornata sarà ad accesso gratuito per studenti e ricercatori sotto i 40 anni e sarà trasmessa in streaming.
Quali sono gli sviluppi auspicabili per dare seguito ai risultati raggiunti con il BSBF?
Ormai è opinione diffusa che la complessità e varietà operativa fornite dalle diverse BSOs non possono essere seguite a compartimenti stagni se si vogliono sfruttare a pieno le immense potenzialità imprenditoriali e tecnologiche insite nel complesso dalla Big Science.
Oggi invece in Italia si lasciano l’assegnazione e la gestione delle competenze a singoli Ministeri di competenza (Presidenza del Consiglio e Ministeri degli Affari Esteri, della Ricerca, dell’Ambiente, del Made in Italy, etc) che a loro volta li ripartiscono sulla base delle specifiche competenze scientifiche a singole centri di ricerca nazionali. Così facendo ogni Ministero, ogni Agenzia, in definitiva ogni comparto nazionale della Big Science si muove separatamente, alimentando quella frammentazione organizzativa e ostacoli di accesso che invece le BSOs hanno intenzione di limitare.
In sostanza tale organizzazione nazionale dà maggiore risalto ai singoli aspetti scientifici rispetto a quelli tecnologici e imprenditoriali comuni su cui invece l’Unione Europea in generale e le stesse BSOs stanno puntando per incentivare la crescita economica e la competitività globale del proprio sistema industriale di riferimento. A dimostrazione di ciò in alcuni paesi come Danimarca, Spagna, Svezia o Polonia sono nate delle vere e proprie Agenzie nazionali specializzate nella Big Science.
E’ chiaro che un'esperienza del genere nel nostro paese dovrebbe assumere caratteristiche specifiche ben diverse, ma avrebbe soprattutto un impatto maggiore. L’Italia sarebbe il primo paese del G7 che si doterebbe di una Agenzia nazionale della Big Science. Tale Agenzia si dovrebbe concentrare su pochi definiti temi ritenuti strategici quali la governance internazionale e lo sviluppo tecnologico, l'innovazione del sistema produttivo e la promozione della partecipazione delle industrie nazionali nella Big Science, lasciando inalterati tutti gli aspetti scientifici in capo ai vari enti di ricerca attualmente titolari.
In questo contesto potrebbe essere utilizzata anche come un innovativo strumento di politica estera seguendo le nuove categorie della cosiddetta (Big) Science Diplomacy, per supportare il ruolo della rappresentanza nazionale negli organi scientifici internazionali e come biglietto da visita di una rinnovata immagine del nostro sistema tecnologico/produttivo nel mondo.
La nascita dell’Agenzia Big Science Italia non sarebbe altro che il consolidamento di una leadership nazionale nel settore, frutto di un lungo lavoro svolto negli anni da diversi soggetti, non da ultimo il modello di cooperazione internazionale e scientifica che si è creato proprio per la realizzazione del prossimo BSBF di Trieste.
Per approfondire: L’Italia ospiterà il Big Science Business Forum
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