Blockchain - dal bitcoin alla conquista dei Paesi in via di sviluppo
La Banca Mondiale sta studiando le possibilità di utilizzo della blockchain per fini sociali nei Paesi in via di sviluppo in cui opera. Ecco una guida per comprendere potenzialità e limiti della tecnologia che promette di rivoluzionare il mercato digitale e non solo.
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Blockchain: di cosa si tratta
La blockchain (letteralmente catena di blocchi) è una tecnologia che permette di usufruire di un database distribuito (che non si trova, cioè, fisicamente solo su un computer/server, ma su più computer/server contemporaneamente, perfettamente sincronizzati sugli stessi documenti) per la gestione di transazioni condivisibili tra più nodi (o blocchi) di una rete (o catena).
In altre parole, si tratta di un database organizzato in blocchi (block) appartenenti ad una catena (chain) che li collega tra loro in modo tale che ogni transazione avviata al suo interno debba essere riconosciuta e verificata dalla rete stessa.
Ogni blocco di questa catena deve monitorare e validare i movimenti che lo riguardano al fine di creare una rete che assicuri la tracciabilità di tutte le transazioni. A sua volta, poi, il blocco è anche un archivio di tutte le transazioni che lo hanno coinvolto e presenta dunque uno storico che per sua natura è immodificabile e, dunque, immutabile.
In ultimo, ma non per importanza, la blockchain utilizza strumenti crittografici, così da garantire la massima sicurezza di ogni transazione.
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Blockchain: l'esperimento della Banca Mondiale
Il principale istituto finanziario multilaterale per lo sviluppo, la Banca Mondiale, ha recentemente avviato una sperimentazione sull'utilizzo della tecnologia blockchain ai fini dello sviluppo in alcuni dei Paesi più poveri in cui opera. Questo 'blockchain lab' si inserisce nell'ambito di un bando di gara lanciato dall'istituto multilaterale per la realizzazione di progetti pilota volti a migliorare la governance e le condizioni sociali nei Paesi in via di sviluppo.
In tale contesto la BM ha lanciato a giugno una sede a Washington da utilizzare come "forum per l'apprendimento, la sperimentazione e la collaborazione" su questa tecnologia. Il laboratorio cercherà ora di riunire partner interni ed esterni per lavorare su casi di utilizzo di blockchain in più di 80 Paesi clienti dell'istituto di credito.
Al lancio dell'evento, scrive il giornalista Aaron Stanley sul portale di informazione Coindesk in un articolo di analisi, il vicepresidente e responsabile per l'informazione della divisione tecnologica BM Denis Robitaille ha dichiarato che l'obiettivo del laboratorio è quello di esplorare e produrre con i partner senza scopo di lucro e tecnologici della Banca prove concrete di utilizzo da poter poi mettere in campo.
Man mano che sempre più Paesi esploreranno soluzioni legate alla blockchain, il laboratorio, continua l'analisi di Stanley, si concentrerà sul potenziamento del ruolo della banca quale 'leader di pensiero' dell'universo blockchain, in termini di sicurezza e implicazioni politiche e legali.
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Blockchain in PVS - cosa serve perchè la tecnologia si diffonda
Ma quali sono le condizioni necessarie perchè la blockchain possa esprimere tutto il suo potenziale in termini di sviluppo e di miglioramento della vita delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo? E' Jane Thomason, CEO di Abt Australia (azienda leader mondiale nella ricerca e nell'attuazione di programmi di sviluppo internazionale in ambito sanitario, sociale e ambientale) a rispondere a questa domanda con un articolo molto approfondito recentemente pubblicato sul portale Devex.
Vi sono, secondo Thomason, almeno sei condizioni che devono necessariamente sussistere perchè la blockchain si diffonda nei Paesi in via di sviluppo (PVS).
1. La gente deve conoscere la blockchain
Troppi pochi governi e professionisti impegnati nello sviluppo internazionale hanno, scrive Thomason, reale familiarità con la tecnologia della blockchain e con le sue principali potenzialità.
Per diffondersi, il concetto di blockchain ha bisogno di essere, dunque, condiviso. Come condivisi devono essere i risultati del suo utilizzo attuati finora, in modo tale da dimostrare che la tecnologia può essere applicata concretamente "ai problemi del mondo reale nelle economie emergenti".
2. I governi devono 'saltare sul carro della blockchain'
Il ruolo dei governi sarà poi fondamentale, sia in termini di adozione della tecnologia che di creazione dell'ambiente politico e normativo necessario alla sua diffusione. Altrettanto importante, scrive la Thomason, sarà il sostegno finanziario pubblico, poichè il processo di sviluppo di progetti bancabili ha elevati costi iniziali, spesso difficili da sostenere per le piccole realtà e comunità locali.
Saranno poi necessari interventi pubblici per sviluppare "un modello di costo dell'ultimo miglio per gli utenti" finali e per superare gli ostacoli alla diffusione in modo che gli investimenti privati possano essere pienamente mobilitati.
C'è da aspettarsi un atteggiamento di resistenza sia dalle istituzioni (come le banche) che da altri attori (come i funzionari corrotti) poichè i loro affari potrebbero essere evidentemente turbati da questa tecnologia.
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3. Chi usa la BC deve superare barriere operative e legali
Tutte le piattaforme di blockchain attualmente in uso e in fase di sviluppo hanno diverse sfide da superare per diffondersi. In primis, spiega Thomason, si tratta di barriere normative e operative, quali:
- l'alto consumo dei processi di BC,
- la velocità delle transazioni,
- l'interoperabilità,
- la gestione dei dati personali.
Ma non meno imponenti sono le barriere infrastrutturali, come la bassa potenza, la scarsa disponibilità di internet e, in alcune aree in via di sviluppo, l'insufficiente diffusioni dei telefoni cellulari.
4. Bisogna lavorare sui nostri modelli di pagamento
Nella diffusione della BC c'è poi, secondo la CEO di Abt Australia, "un problema di finanziamenti limitati per sostenere lo sviluppo su scala commerciale dei prototipi". Lo studio di casi di successo per il lancio su larga scala della tecnologia richiederà probabilmente nuove forme di partenariati finanziari e istituzionali.
Gli imprenditori nei mercati emergenti dovranno affrontare un'enorme sfida nell'accesso al capitale, poiché la capacità di mobilitare i capitali per questi settori dipenderà sempre di più dal coinvolgimento delle istituzioni finanziarie locali.
La mobilitazione del capitale per sostenere le imprese di blockchain, continua Thomason, richiederà dunque:
- l'aumento della varietà di strumenti d'investimento,
- un processo di ammodernamento da parte delle istituzioni finanziarie locali,
- una rapida evoluzione delle capacità degli imprenditori locali,
- un cambio di approccio alla normativa da parte dei governi.
"Le banche multilaterali, gli investitori e le istituzioni finanziarie di sviluppo possono svolgere un ruolo importante nell'espansione della portata del blockchain nei mercati emergenti". Alcuni lo hanno già fatto, specifica Thomason, ma la loro portata è ancora limitata.
Le istituzioni finanziarie locali, dal canto loro, avranno bisogno di aiuto per identificare le opportunità di investimento nelle applicazioni del blockchain e nel sostenerle per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi finanziari in grado di "veicolare il capitale verso i segmenti più attraenti dell'universo blockchain".
Blockchain, si legge ancora, consente nuove forme di finanziamento, tra cui il crowdfunding e meccanismi di finanziamento dinamici dei mercati finanziari privati. Allo stesso modo, gli incentivi fiscali contribuiscono ad incoraggiare il settore privato a investire nella BC, ma ancora molto c'è da fare in questo senso.
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5. Allargare il bacino di esperti
Semplicemente, scrive Thomason citando il libro "The Blockchain Business" di William Mougayar, "non ci sono abbastanza programmatori che sappiano lavorare con la blockchain. [...] E' fondamentale incrementare il numero degli esperti nella tecnologia BC". Non è possibile sviluppare applicazioni di blockchain se non si ha "una massa critica di ingegneri di software esperti che sappiano come programmare" la tecnologia stessa.
6. L'ecosistema deve elevarsi e raffinarsi
L'utilizzo della blockchain per scopi di sviluppo sociale, conclude Thomason, rimane dunque "allo stato embrionale". Vi è, infatti, la necessità di far convergere "gli sviluppatori di BC nelle economie avanzate" con i soggetti "che lavorano con gli intollerabili problemi di povertà e disuguaglianza nei mercati emergenti".
La comunità internazionale per lo sviluppo deve "cominciare a pensare come la tecnologia blockchain può trasformare" il suo modo stesso di lavorare.
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