DEF - Infrastrutture, via a linee guida per gli investimenti
Settanta miliardi programmati, ma appena 48 stanziati e solo 16 materialmente spesi in infrastrutture strategiche
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E’ questo lo stato di avanzamento delle 25 opere strategiche presenti nel nostro paese, secondo l’allegato del DEF dedicato alle infrastrutture. Il Mit, in una settantina di pagine, approfitta della tradizionale scadenza annuale per fare il punto sulla situazione degli investimenti nelle strutture di trasporto e logistica. Confermando che per completare le opere più importanti in programma in Italia serviranno ancora anni. Mentre, per selezionare gli investimenti del futuro, saranno pubblicate delle linee guida che consentiranno di valutare tutti i nuovi stanziamenti in maniera uniforme.
I tre rilievi del Mit
Dalle analisi svolte dal Ministero delle Infrastrutture, e contenute nel documento, emergono tre punti fermi per investire in infrastrutture nel prossimo futuro: “Una strategia unitaria per il paese su logistica e mobilità entro cui scegliere le infrastrutture utili, regole certe e chiare senza duplicazioni di ruoli tra attori, risorse finanziarie, etiche di capitale sociale e di competenze professionali”.
La better regulation
La qualità della programmazione delle opere pubbliche e l’efficienza delle fasi di progettazione e di esecuzione dei lavori richiedono, secondo il Mit, “un significativo intervento ispirato ai principi della cosiddetta better regulation, ovvero al complesso di principi fondati sulla qualità, la semplificazione e la riduzione dei costi amministrativi, per la promozione degli obiettivi di competitività e di ripresa dello sviluppo economico del paese”.
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Le linee guida per le infrastrutture
Il prossimo passo concreto di questa strategia sarà la redazione del primo Documento pluriennale di pianificazione (DPP), che includerà e renderà coerenti i piani e i programmi di investimento per le opere pubbliche di competenza del Ministero. A questo scopo, il Mit si sta dotando di “Linee guida per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche”, che costituiranno la leva attraverso la quale innescare il nuovo approccio alla valutazione delle opere. L’idea di fondo alla base del documento è che tutte le opere debbano essere valutate in modo omogeneo e selezionate in modo trasparente.
Gli impegni passati
Resta, comunque, la questione degli impegni già assunti in passato. In questo caso, bisognerà comunque rispettare l’obbligo di completare le opere già avviate, pur riducendo le inefficienze. Il ministero, in questo senso, sta provvedendo alla mappatura delle opere programmate ed in corso, per arrivare a un quadro finanziario definito a monte e nei dettagli. Il sito chiamato Opencantieri è stato costruito proprio con questo obiettivo.
Le opere strategiche
Il documento, in questo senso, approfitta per fare il punto sullo stato di avanzamento delle 25 opere strategiche indicate dal ministro Graziano Delrio nell’allegato infrastrutture al Def. Quanto alle opere ferroviarie, hanno un costo totale di 28 miliardi di euro, con disponibilità per 15 miliardi. Al momento, sono stati materialmente spesi appena due miliardi. Sul fronte stradale, sono programmate opere per altri 25,2 miliardi con disponibilità per 17,3 miliardi, dei quali risultano spesi circa 6,3 miliardi di euro.
Ancora, c’è il MOSE di Venezia, dal costo di 5,5 miliardi con stanziamenti per 5,3 miliardi. Al momento risultano effettuati pagamenti per circa 3,6 miliardi. Infine, ci sono le metropolitane: 12 miliardi programmati, 10,3 miliardi stanziati e 4,5 miliardi spesi. In totale, su stanziamenti per 48 miliardi ne risultano spesi appena 16, esattamente un terzo.
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