Appalti - Codice verso il primo ok in settimana
Codice appalti vicino al primo via libera. Il decreto di attuazione della legge delega di recepimento delle direttive Ue sarà approvato nei prossimi giorni
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Dopo una gestazione rapidissima, la commissione di Palazzo Chigi ha infatti completato il lavoro sul provvedimento e, adesso, si prepara a mandarlo in Parlamento per i pareri, in vista dell’entrata in vigore programmata per il prossimo 18 aprile. Nel frattempo, l’Anac si è già messa al lavoro sulle sue linee guida, che dovranno costituire il nuovo regolamento di attuazione. Restano da sciogliere solo alcuni nodi.
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Il lavoro della commissione Manzione
Gli esperti, sotto la guida del capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi Antonella Manzione, hanno completato il lavoro su un testo che, nella versione definitiva, dovrebbe aggirarsi intorno ai 220 articoli. Sarà, quindi, un provvedimento piuttosto leggero, che punta a fare ordine rispetto al caos del vecchio Codice, cresciuto negli anni in maniera spropositata.
Al centro del nuovo sistema ci sarà l’Anac, presieduta da Raffaele Cantone. L’Anticorruzione assumerà il ruolo fondamentale di regolatore del mercato degli appalti pubblici, controllerà e qualificherà le imprese e le stazioni appaltanti. Attraverso le sue linee guida, poi, darà indicazioni agli operatori sul funzionamento delle diverse regole. Ancora, assumerà funzioni nuove, come la tenuta dell’albo per i componenti delle commissioni giudicatrici o la tenuta di tutte le banche dati in materia di appalti. Allo stesso modo, confermerà funzioni vecchie, come i controlli sulle varianti in corso d’opera o il precontenzioso.
Il sistema manda in pensione il massimo ribasso, a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa. E crea meccanismi di aggregazione delle stazioni appaltanti e di qualificazione più flessibile delle imprese, con un coinvolgimento maggiore delle amministrazioni, in fase di esclusione degli operatori economici. Più peso verrà dato ai progetti, che non potranno più andare in gara se non saranno almeno definitivi. Verrà anche abolito l’appalto integrato.
Le novità sulle concessioni
Sul fronte delle concessioni arrivano tre novità fondamentali. La prima è il potenziamento del rischio operativo. Il concessionario, seguendo le indicazioni delle direttive europee, dovrà sopportare il rischio della sua attività imprenditoriale: con il nuovo sistema, quindi, saranno abolite le finte concessioni, come chiesto dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. La seconda novità riguarda la riassegnazione delle concessioni autostradali in scadenza: non potranno essere prorogate. Il terzo punto fondamentale, infine, è relativo all’affidamento tramite gara dei lavori maturati nell’ambito della concessione: il relativo tetto sale dal 60% attuale fino all’80 per cento.
Qualche ultimo punto è oggetto delle limature finali. Soprattutto, sono in discussione le norme sull’in house, che andranno coordinate con le disposizioni dei decreti Madia. Ma ci sono, allo stesso tempo, sul piatto anche le norme in materia di entrata in vigore: non è chiaro quale sarà il destino di alcune parti del vecchio Codice e, soprattutto, del regolamento, che potrebbe restare in piedi ancora per qualche tempo.
Il Codice, comunque, andrà in Consiglio dei ministri in settimana e, poi, entro 45 giorni dovrà completare due passaggi presso le commissioni parlamentari competenti per materia e presso il Consiglio di Stato. Bruxelles prescrive la sua entrata in vigore entro il prossimo 18 aprile. Nel frattempo, l’Anac ha già avviato il lavoro sulle linee guida di attuazione del testo, che dovranno sostituire il vecchio regolamento. L’Anticorruzione di Raffaele Cantone, infatti, ha formato la commissione che avrà il compito di redigere il provvedimento.