Coronavirus: cosa chiedono imprese, enti locali e terzo settore al Governo
Cosa chiede il sistema Italia al Governo per far ripartire il paese? Una rassegna delle principali richieste presentate - prima e dopo il decreto Cura Italia - dalle associazioni imprenditoriali, dagli enti locali e dal terzo settore per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Le ultime novità riguardano il settore costruzioni.
> Cosa prevede il decreto Cura Italia
Decreto Cura Italia: le richieste di imprese, enti locali e terzo settore
Le richieste delle imprese
Le richieste degli enti locali
Le richieste del Terzo settore
Cosa ci si aspetta dal decreto di aprile
Le richieste delle imprese
- Confindustria
- Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai
- Federazione ANIE
- Associazioni datoriali della filiera delle costruzioni
Le richieste del Terzo settore
Decreto Cura Italia
Le richieste delle imprese
Confindustria
“Serve un grande piano straordinario di investimenti che punti a realizzare infrastrutture materiali, sociali e immateriali all’avanguardia. Servono investimenti pubblici, serve riattivare rapidamente tutti i cantieri e non solo quelli delle opere considerate prioritarie: la domanda pubblica deve compensare l’arretramento di quella privata”.
Questo il messaggio consegnato il 4 marzo al premier Conte dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e dalla dg Marcella Panucci, durante l'incontro tra il presidente del consiglio e le parti sociali.
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Confcommercio
“Lo stanziamento da 25 miliardi di euro deciso dal Governo per fare fronte all'emergenza dell’epidemia si muove nella giusta direzione, ma l’obiettivo da perseguire resta quello di una risposta nazionale adeguata ad un’emergenza sanitaria che si è tradotta anche in emergenza economica e sociale. Ciascuno faccia la propria parte e nessuno sia lasciato solo. È questo un messaggio che deve essere chiaro anche in Europa. Bisogna essere pronti a fare tutto il necessario”.
Questo il commento di Confcommercio sulle misure proposte dal Governo per far ripartire l’economia italiana.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha aggiunto: “tutto il commercio italiano farà la sua parte. La farà chi chiuderà. La farà chi continuerà ad assicurare la distribuzione dei prodotti alimentari e dei beni di prima necessità. Perché le donne e gli uomini che, ogni giorno, operano in ogni punto vendita – piccolo, medio o grande che sia – in ogni bar, in ogni ristorante sono anzitutto parte della ‘comunità degli individui’ richiamata dal Presidente Conte. Con responsabilità, faremo la nostra parte. Con responsabilità e con forza, alle istituzioni chiediamo questo: chi chiude sia messo in condizione di non chiudere per sempre e di riprendere quanto prima la propria attività. Serviranno misure robuste e risorse robuste: per far fronte ai danni economici, per sostenere la liquidità delle imprese ed il reddito di chi lavora. Ma tutto ciò che sarà necessario andrà comunque fatto. Perché è in gioco il futuro di molta parte delle imprese italiane e di molta parte del lavoro italiano.”
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Confagricoltura
Le principali dichiarazioni del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti:
- “Condividiamo la richiesta italiana a Bruxelles di un piano d’azione straordinario in termini di strumenti e risorse finanziarie per assicurare la continuità produttiva e stabilizzare i mercati” (a margine della videoconferenza del Consiglio Agricoltura dell’Unione europea);
- “Ai ministri Bellanova e Patuanelli va il nostro ringraziamento per la decisione di prorogare l’obbligo di indicazione dell’origine su alcuni prodotti – grano, riso e pomodoro – che sono alla base della migliore dieta al mondo: quella mediterranea” (commento alla proroga fino al 31 dicembre 2021 della normativa vigente in materia di origine dei prodotti);
- “Con il blocco della circolazione, le quarantene e le persone con problemi di salute e quelle che se ne sono andate non è facile reperire forza lavoro. E siamo in un momento cruciale: si avvicina in maniera preoccupante la stagione della raccolta degli ortaggi e della frutta estiva. Servono almeno 250mila persone. Per questo abbiamo scritto ai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e del Lavoro Nunzia Catalfo per sollecitare strumenti governativi che facilitino il ricorso a manodopera italiana, come i voucher, o che diano la possibilità di impiegare persone che hanno perso il lavoro, cassintegrati o fruitori del reddito di cittadinanza. Sempre nel rispetto delle condizioni sanitarie ottimali”.
Confagricoltura è intervenuta predisponendo alcuni emendamenti al decreto Cura Italia, nell’ambito delle misure di sostegno al settore agricolo, quali la previsione di risorse straordinarie di almeno 20 milioni di euro da utilizzare a supporto di quei comparti ortofrutticoli, come la fragola, particolarmente colpiti dall’effetto dell’emergenza COVID-19, prevedendo l’estensione della copertura anche ai produttori non soci delle OP.
Confagricoltura ha inoltre sostenuto la richiesta di poter anticipare la campagna di promozione per stimolare i consumi di fragola (il frutto ha perso in un mese il 15,5% del valore del prezzo all’origine nei due principali distretti produttivi, in Basilicata e Campania) attivata dall’Organismo Interprofessionale con il patrocinio del Ministero, sull’intero territorio nazionale, in collaborazione con la GDO, i negozi di dettaglio specializzati e gli operatori grossisti dei mercati agroalimentari.
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Coldiretti
“Ad essere interessate dal decreto Cura Italia sono le circa 500 aziende agricole, agriturismi e stalle confinate insieme a centomila mucche e maiali negli undici comuni della zona rossa fra Lombardia e Veneto a causa dei provvedimenti restrittivi adottati”. E’ quanto affermato la Coldiretti che ha elaborato il piano di proposte per l’agroalimentare, in riferimento alle prime misure contenute nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri per offrire aiuti all’economia nelle zone rosse più duramente colpite dal coronavirus annunciate dal Ministro della Politiche Agricole Teresa Bellanova.
Le principali dichiarazioni del presidente della Coldiretti Ettore Prandini:
- “Dai mezzi agricoli ai macchinari per le stalle e i loro ricambi, dai carburanti ai lubrificanti, dalla plastica per le serre al filo per la legatura delle piante, dai materiali di pulizia e sanificazione agli indumenti di lavoro, dai mangimi alle sementi, dai concimi ai fitofarmaci, dalle bottiglie ai tappi, dai vasetti ai barattoli e tutti gli altri imballaggi per gli alimenti (cassette di legno, di cartone, in cartoncino e poliaccoppiati per latte, succhi, etc.). Sono solo alcuni settori ai quali va assicurata la continuità produttiva per non fermare l’agroalimentare nazionale ed evitare di lasciare vuoti gli scaffali dei supermercati”;
- Serve “una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire da parte di cassintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare un'occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne”;
- “Bene la Commissione UE che ha raccolto l’appello lanciato da Coldiretti per l’apertura di corsie verdi per la libera circolazione dei lavoratori agricoli all’interno dell’Unione Europea per garantire le produzioni agricole e le forniture alimentari alle famiglie”.
“Per garantire la disponibilità di alimenti e sopperire alla mancanza di manodopera potranno collaborare nei campi anche i parenti lontani fino al sesto grado, in una situazione in cui molti sono senza lavoro, reddito e con difficoltà anche per la spesa.” Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il decreto Cura Italia prevede per l’emergenza Coronavirus che le attività prestate dai parenti non costituiscono rapporto di lavoro né subordinato né autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito. “Una partecipazione che negli ultimi anni era praticamente scomparsa anche per i vincoli burocratici ed amministrativi e che ora è stata resa urgente dalla stretta degli ingressi alle frontiere che ha fermato l’arrivo nelle campagne italiane di lavoratori dall’estero dai quali dipende un quarto dei raccolti nazionali” ha affermato Prandini.
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Le richieste degli enti locali
ANCI
Secondo il Presidente dell’ANCI Antonio Decaro “la tenuta funzionale e organizzativa dei Comuni, sul piano operativo e, soprattutto, sul piano finanziario, è messa a dura prova dall’emergenza coronavirus. Maggiori oneri, entrate ridotte avranno un impatto sui nostri bilanci (...) il Paese rischia il collasso dell’unica istituzione di prossimità sul territorio nazionale”.
Il decreto Cura Italia non contiene quel che è indispensabile ai Comuni. Decaro, quindi, a nome dei sindaci ha ribadito che non si può aspettare l’evolversi della crisi e ha avanzato delle proposte già inviate al governo prima che si approvasse il decreto del 17 marzo 2020, senza successo.
“Ci serve liquidità: lo Stato anticipi il pagamento di FSC (Fondo di Solidarietà Comunale) e altre spettanze pagandole subito e per intero. Abbiamo poi elaborato quattro proposte: destinare un miliardo per le spese di questo semestre con l’istituzione di un tavolo tecnico per concordare su come dimensionare e sostenere gli equilibri; liberare ulteriori quote di avanzo di amministrazione, estendendole agli enti in disavanzo; abbattere al 60% l’obbligo di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità che significa liberare risorse di spesa corrente per 5 miliardi di euro; estendere la sospensione delle rate dei mutui alla Cassa depositi e prestiti”.
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Conferenza delle Regioni
A inizio marzo la Conferenza delle Regioni ha chiesto di fare sistema e ha pubblicato una nota con l’elenco degli interventi straordinari per superare l’emergenza coronavirus, tra cui:
1) Investimenti e consumi pubblici
- In questo quadro, gli investimenti e i consumi pubblici svolgono un’importante azione di stabilizzazione e di sostegno alla fiducia degli operatori: si tratta in particolare di intervenire per accelerare la ripresa degli investimenti, anche attraverso una semplificazione delle procedure che salvaguardi comunque la qualità e la sicurezza del lavoro, e sostenere nel contempo la domanda di consumi pubblici non solo nella sanità, esposta all’emergenza del coronavirus. Si ritiene pertanto utile definire procedure straordinarie nel sistema degli appalti pubblici (vedi ponte Morandi).
- Si richiede l’avvio della programmazione comunitaria ai fini dell’assegnazione del FSC 2021-2027 a favore di tutte le regioni mediante accordo da sancire in sede di Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni, che dovrà rispondere ad esigenze di semplificazione. Inoltre, si richiede l’assegnazione di quota-parte delle risorse destinate ad investimenti per la realizzazione di opere pubbliche, e l’assegnazione delle risorse FSC nella quota eccedente quanto già assegnato alle Regioni anche della precedente programmazione, nella disponibilità dei Ministeri ovvero nell’ambito delle risorse non ancora assegnate agli Enti Territoriali.
2) Lavoro e redditi
- Estendere il periodo di copertura degli ammortizzatori sociali in deroga;
- Riconoscere l’assegno ordinario del Fondo Integrazione Salariale (FIS) in analogia a quanto previsto per la zona rossa (art.13 co.4);
- Definire le modalità di verifica preventiva di INPS rispetto alle risorse disponibili, consentendo la decretazione regionale in overbooking rispetto all’utilizzo effettivo delle risorse da parte dei datori di lavoro;
- Garantire l’accesso alla NASPI ai lavoratori stagionali, prevedendo anche l’allargamento ai lavoratori somministrati e ai lavoratori della cooperazione;
- Prevedere forme di integrazione con i Fondi di Solidarietà gestite dalla bilateralità (ad es., il FSBA), con l’utilizzo prioritario della cassa in deroga o assicurando la stessa cassa in deroga per i datori di lavoro con meno di 6 dipendenti;
- Rivedere l’entità dell’indennità per lavoratori autonomi per dare reale copertura al danno del fermo attività (come nel caso del ponte Morandi) ed assicurarne l’applicazione a tutti i professionisti iscritti a casse o enti;
- Anticipare i pagamenti FUS alle imprese dello spettacolo. Prevedere forme di indennizzo per i danni derivanti dall’annullamento della loro programmazione nel settore culturale, museale, spettacolo dal vivo, cinema e spettacolo viaggiante. Prevedere analoghe misure per lo sport;
- Estendere le misure di sostegno al reddito di cui agli articoli da 13 a 17 del D.l 9/2020 a tutte le regioni oggetto di specifiche misure restrittive.
- Inserire una disposizione speciale integrativa dell’articolo 32 del D.lgs 151/2001 diretta a contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID 19 prevedendo il diritto in capo a ciascun genitore di minori fino a 16 anni, di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di giorni 20 lavorativi.
- Sblocco di tutti i vincoli per l’assunzione del personale in sanità, anche a tempo determinato;
- Acquisizione semplificata delle attrezzature per sanità e protezione civile.
Presenti anche le proposte per:
- Sostegno al settore delle imprese;
- Sostegno agli investimenti in digitale delle imprese;
- Sostegno a favore del Turismo;
- Sistema fieristico;
- Sostegno al Made in Italy e misure per il rilancio dell’internazionalizzazione;
- Istruzione e gestori servizi educativi;
- Politiche tributarie;
- Ulteriori proposte sui Fondi Comunitari.
Infine la proposta di istituzione di una “Task force” Governo, Regioni e Parti sociali per programmare le azioni economiche e sociali in modo omogeneo e coordinato, prevedendo strumenti normativi e anche specifici tavoli settoriali, come ad esempio il sostegno degli investimenti all’innovazione e per il digitale, e quindi alle imprese per Industria 4.0.
In un’altra nota la Conferenza delle Regioni ha chiesto maggiore flessibilità sulla spesa fondi europei.
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Le richieste del Terzo settore
Forum Nazionale del Terzo settore
“E’ positiva la scelta del Governo di stanziare risorse immediate a favore delle famiglie in difficoltà e di affidare direttamente ai Comuni la gestione di queste risorse. Abbiamo apprezzato le parole del Presidente del Consiglio quando ha voluto ricordare il ruolo fondamentale che svolge il volontariato e tutto il Terzo settore affiancandolo a quello delle amministrazioni comunali come antenne sociali sui bisogni delle persone”, ha dichiarato la portavoce del Forum Nazionale del Terzo settore Claudia Fiaschi.
“L’impegno a cui ci chiama il Governo a nome di tutti gli italiani non è mai mancato da quando è cominciata la crisi e siamo pronti ad intensificarlo. In questa battaglia siamo stati da subito in prima linea per aiutare le tante persone che si trovano in una situazione di disagio e fragilità alle quali da sempre siamo a fianco e sicuramente non risparmieremo le nostre energie. Ma per essere davvero utili ed efficaci è indispensabile che volontari ed operatori vengano dotati almeno dei dispositivi di protezione individuali, oggi mancanti. Diversamente la nostra operatività diventa molto rischiosa, per noi stessi e per le persone con cui veniamo a contatto. Ricordo che le organizzazioni di Terzo settore, associazioni, cooperative, sono state duramente colpite da questa emergenza come e più degli altri comparti dell’economia del Paese. Ci aspettiamo che Governo e Parlamento adottino misure appropriate alla gravità della situazione, per evitare che questa grande risorsa di solidarietà e di impegno civico vada perduta. Collaboriamo con molti Comuni nella distribuzione degli aiuti alle persone e alle famiglie più bisognose e metteremo senz’altro a disposizione tutto il nostro entusiasmo e le nostre competenze per rispondere alle necessità di questa emergenza”.
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Cosa ci si aspetta dal decreto di aprile
Le richieste delle imprese
Confindustria
Per affrontare l’emergenza economica scatenata dalla pandemia Covid-19 Confindustria ha presentato il 20 marzo Confindustria un pacchetto di misure, così strutturato:
- Un piano anticiclico straordinario finanziato con risorse europee;
- Interventi urgenti per il sostegno finanziario delle imprese piccole, medie e grandi;
- Modifiche del contesto regolatorio europeo e nazionale;
- La creazione di un Comitato Nazionale per la tutela del lavoro.
L'obiettivo è rafforzare le misure previste dal decreto-legge Cura Italia, al fine di attivare "un ingente flusso di liquidità attraverso garanzie e finanziamenti agevolati che consentano di diluire nel lungo termine l’impatto della crisi senza appesantire eccessivamente i debiti pubblici nazionali".
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Il 31 marzo il Centro Studi di Confindustria ha presentato le previsioni per l'economia italiana nel 2020 e 2021, che, in questa fase di emergenza sanitaria, sono gravemente compromesse.
A margine della presentazione del rapporto, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha dichiarato: “apprezziamo le dichiarazioni del ministro Patuanelli: assicurare a tutte le imprese, piccole, medie e grandi, la liquidità necessaria a breve, da ripagare in 30 anni, per garantire la tenuta dei fondamentali economici e prepararsi alla riapertura e al riassorbimento dei livelli occupazionali”. Per Boccia “la priorità è potenziare con immediatezza il Fondo di garanzia in modo da consentire alle banche di agire con tempestività. In questa fase di transizione bisogna affrontare la sopravvivenza economica, ci sono imprese con fatturati prossimi allo zero, servono interventi inediti e non convenzionali”.
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Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai
“E’ necessario un consistente rifinanziamento del Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato per continuare ad erogare prestazioni agli imprenditori”. E’ la richiesta di Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai che hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dell’Economia e Finanze Roberto Gualtieri e alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per chiedere un tempestivo intervento finalizzato a garantire il sostegno al reddito ai lavoratori che rientrano nel campo di applicazione dei Fondi di solidarietà bilaterali.
Il decreto Cura Italia ha previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro complessivi per i Fondi bilaterali che tuttavia non è sufficiente per coprire le richieste di prestazioni. “La crisi generata dalla pandemia – si legge nella lettera – sta producendo un numero ingente di domande di prestazioni che ha quasi azzerato le riserve del nostro Fondo”.
Le Confederazioni dell’artigianato e delle PMI sollecitano pertanto un rifinanziamento adeguato ad assicurare l’operatività del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato che negli ultimi anni si è caratterizzato per un’ampia inclusività, erogando prestazioni di sostegno al reddito che vanno oltre il limite di durata previsto dalla normativa e rivolte a tutte le imprese artigiane, indipendentemente dal numero di occupati, e quindi anche al di sotto del vincolo dei 5 dipendenti stabilito dalla norma.
Federazione ANIE
Giuliano Busetto, presidente di ANIE, valutando gli effetti della crisi sulle imprese ANIE, ha dichiarato: "sono difficili da poter quantificare con certezza, anche alla luce della non prevedibile durata e della capillarità della diffusione ma una stima sugli effetti per le nostre imprese è già evidente da inizio marzo con un drastico rallentamento negli ordinativi".
Queste preoccupazioni non possono che risultare più accentuate alla luce dell’emanazione del DPCM 22 marzo 2020 e del D.L. 25 marzo 2020, che prevedono la sospensione di tutte quelle attività industriali e commerciali non ritenute essenziali. Dal report elaborato dal Servizio Studi ANIE sui dati ISTAT emerge che il lockdown coinvolge l’80% delle imprese del settore, con il 73% del fatturato aggregato e con il 76% degli occupati.
Nei giorni scorsi ANIE ha inviato una lettera al governo evidenziando la grande difficoltà nel reperire le attrezzature e i dispositivi di protezione individuale (DPI) e chiedendo una procedura semplificata per l’approvvigionamento in modo da consentire alle imprese di proseguire attività e servizi in sicurezza assicurando la tutela della salute di tutti i lavoratori. "Ė importante mantenere l’operatività nell’immediato e, in una fase successiva, ripartire con la piena attività per ridare slancio alla produttività industriale nel nostro Paese", ha evidenziato Busetto.
Infine, ha sottolineato il presidente di ANIE, è importante prevedere sostegni finanziari per tutte le imprese, grandi, medie e piccole: "le nostre aziende rappresentano l’eccellenza delle imprese fornitrici di sistemi e soluzioni tecnologiche per il made in Italy, e, al fine di evitare che all’uscita dalla crisi le imprese non possano più riaprire, occorrono misure straordinarie per garantire la liquidità. Dalla sospensione immediata dei versamenti fiscali e contributivi al rafforzamento del Fondo di Garanzia per supportare PMI e Mid Cap".
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Le Associazioni datoriali della filiera delle costruzioni
“Non fermare le macchine e assicurare le condizioni per far ripartire il Paese al più presto”. E’ questo l’appello rivolto da tutte le associazioni del settore costruzioni al Governo per sostenere un comparto che, assieme alla filiera, vale il 20% del Pil. La richiesta è di metter subito in campo misure capaci di garantire la sopravvivenza delle imprese così come l’adozione di un grande Piano di opere pubbliche e di incentivi per sostenere l’edilizia privata.
In particolare Ance, Agci Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Assistal, Claai edilizia, Cna costruzioni, Confapi Aniem, Confcooperative lavoro e servizi, Fiae Casartigiani, Legacoop produzione e servizi, Oice, Ucsi indicano cinque priorità:
- Condizioni chiare e univoche per gestire in sicurezza i cantieri;
- Tempestiva iniezione di liquidità, pagamento dei crediti ed eliminazione dello split payment;
- Pagare i lavori eseguiti con sal emergenziale subito e sal mensile a regime;
- “Piano Marshall” per le costruzioni: risorse agli enti locali per aprire subito cantieri su tutto il territorio e rafforzare incentivi per le riqualificazioni edilizie;
- Forte semplificazione di procedure e balzelli.
Un grande piano di investimenti, insomma, per iniettare liquidità nel settore, che deve essere però accompagnato da un ripensamento profondo della macchina amministrativa per ridurre la burocrazia.
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Le richieste del Terzo settore
Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro
“Se si ferma il Terzo Settore siamo nei guai! Il mondo del non profit è allo stremo, è messo a dura prova dall’emergenza sanitaria in cui ha investito tutte le risorse disponibili. Il Governo istituisca subito un fondo nazionale per il sostegno ai soggetti del privato sociale”, ha affermato il capo delegazione al CNEL del Terzo Settore, Gian Paolo Gualaccini.
“Le reti di solidarietà del terzo settore italiano finora hanno retto ma adesso sono in enorme difficoltà. Lo Stato da solo non basta, ha bisogno del contributo operativo del non profit per fronteggiare gli effetti di questa crisi di cui non si vedono ancora tutte le implicazioni. Le nostre organizzazioni stanno ricevendo centinaia di migliaia di richieste di aiuto soprattutto di anziani e poveri. È sotto gli occhi di tutti che l’attuale crisi sanitaria e le misure adottate per contrastare la diffusione del virus ci stanno portando verso una crisi economica e sociale mai vista in passato. Le disuguaglianze aumentano, la disoccupazione esplode e la povertà raggiungerà nel nostro Paese livelli senza precedenti. Dobbiamo prepararci sin da oggi ad affrontare la situazione che si presenterà tra qualche mese. Occorre dare più spazio e più sostegno alle reti del volontariato e dell’associazionismo del terzo settore”.