Startup – il sorpasso dei Conigli sugli Unicorni

 

Secondo le previsioni di Cb Insights nel 2016 il mondo delle startup è destinato a mutare: i Rabbit - Real Actual Business Building Interesting Tech - sostituiranno gli Unicorni

Unicorni - Author: hamur0w0 / photo on flickr

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Da unicorni a conigli. Se i nomi scelti per indicare le società innovative che caratterizzano lo scenario globale delle startup possono far sorridere, la trasformazione che indicano si annuncia determinante.

Unicorni

Finora gli unicorni, le startup valutate più di 1 miliardo di dollari, hanno caratterizzato il modello di riferimento per chi volesse avviare una società innovativa. E se fino a qualche anno fa erano quasi un mito (nel 2007, a livello globale, c’erano solo 4 startup valutate più di 1 miliardo), ad oggi se ne contano 152.

Una crescita esponenziale, ambientata ovviamente negli Stati Uniti, ma anche in Europa. In base alle rilevazioni del giugno scorso della banca di investimenti britannica GP Bullhound, dal 2000 in poi il Vecchio Continente ha prodotto ogni anno circa 3 compagnie tecnologiche con queste caratteristiche, e dall'aprile 2014 c'è stata un'ulteriore accelerazione, toccando quota 40.

La Gran Bretagna è di gran lunga il paese europeo che vanta il maggior numero di unicorni, con ben 17 aziende, seguita da Svezia (6) e Germania (4). L’Italia è terz’ultima con un solo unicorno: Yoox.

Startup - MISE, niente piu' notaio

Numeri incoraggianti, ma di poco conto se confrontati con quelli degli Stati Uniti: se il valore degli unicorni europei è di circa 120 miliardi, la sola Facebook ha una capitalizzazione di mercato di 275 miliardi, mentre Uber ha raggiunto da sola una valutazione di 40 miliardi da parte degli investitori.

Startup sopravvalutate

“Credo che cominceremo a vedere alcuni unicorni morire quest’anno”, ha dichiarato Bill Gurley di Benchmark, uno dei venture capitalist di maggior successo nella Silicon Valley.

E non si tratta del solo analista che reputa queste mitiche startup sopravvalutate. Se è vero che nei primi nove mesi del 2015, cinque delle maggiori società Usa di gestione di fondi comuni hanno impiegato un totale di 8,3 miliardi di dollari in startup, è altrettanto vero che quegli stessi fondi iniziano a perdere fiducia negli unicorni esistenti. Fidelity, una delle più grandi società di gestione, a novembre dello scorso anno ha tagliato del 25% il valore di Snapchat e del 31% quello di Dropbox. E quest’ultima startup è stata svalutata del 24% anche da BlackRock, il gestore più grande al mondo.

Sempre a novembre 2015 ha fatto il proprio debutto in borsa Square, la startup di Jack Dorsey (anche co-fondatore e Ceo di Twitter) che offre un sistema di pagamenti sul telefonino per professionisti e PMI: dall'iniziale valutazione di 6 miliardi di dollari, la startup ha fatto il suo ingresso a Wall Street con una capitalizzazione di 4 miliardi, e per riuscire a quotarsi ha dovuto ridurre il prezzo dell’Ipo dai 15,46 dollari pagati dai fondi che l’avevano finanziata inizialmente, a 9 dollari.

Conigli

Il 2016 dovrebbe segnare un cambio di rotta: basta con i mitici, irraggiungibili unicorni, ora tocca ai conigli. Questa, almeno, è l'indicazione di Anand Sanwal, Ceo del database di venture capital e angel investment databa CB Insights.

Coniglio è la traduzione dell’inglese “Rabbit”, che in questo caso è l'acronimo di R – Real, A – Actual, B – Business, B – Building, I – Interesting, T – Tech.

Dunque, aziende tecnologiche sì, ma vere, con un business tangibile. Più che una metamorfosi, una transizione verso la concretezza, che dovrebbe interessare anche molte startup valutate oltre il miliardo di dollari.

Photo credit: hamur0w0 via Foter.com / CC BY-NC

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