Finanza sostenibile - banche di sviluppo non in linea con COP21
Le sei principali banche di sviluppo mondiali faticano ancora ad abbandonare i finanziamenti a favore delle fonti fossili. A dirlo, nel corso dell’UNFCCC di Bonn, il think thank E3G.
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Le banche multilaterali di sviluppo erogano ancora troppi fondi a petrolio e gas e non sono in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. A dirlo, uno studio realizzato dal think thank E3G e presentato nel corso dell’UNFCCC di Bonn, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Sotto la lente di E3G sei istituzioni: l’African Development Bank (AfDB), l’Asian Development Bank (AsDB), la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), la Banca europea per gli Investimenti (BEI), la Inter-American Development Bank (IADB) e la Banca Mondiale.
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Finanza sostenibile: nessun promosso
Lo studio analizza per ciascuna banca il rapporto tra i finanziamenti sostenibili legati all'energia a favore dei paesi in via di sviluppo e i finanziamenti a favore dei combustibili fossili. Ne risulta una classifica poco lusinghiera, basata su una serie di parametri riuniti in quattro diverse aree tematiche: governance, strategia, gestione del rischio e iniziative di trasformazione.
In cima si piazza la Banca Interamericana di Sviluppo, seguita dalla Banca europea per gli investimenti, la quale occupa una posizione ragionevolmente buona nella classifica.
Nessuna delle due istituzioni, tuttavia, ha dimostrato una vera spinta riformatrice, e il think thank invita le due banche a fare di più per integrare il cambiamento climatico nei loro investimenti.
Seguono la Banca Mondiale - che recentemente ha annunciato che smetterà di finanziare petrolio e gas a partire dal prossimo anno - la Banca Asiatica di Sviluppo e quella Africana.
Si colloca, invece, in fondo alla lista, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). La BERS sta attualmente riesaminando la propria strategia, che dovrebbe essere adottata entro maggio dell'anno prossimo.
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Andando ad analizzare il rapporto tra le risorse dalle varie banche ai progetti per le fonti pulite rispetto a quelle per le fonti tradizionali, la classifica cambia. Al primo posto resta sempre la Banca interamericana per lo Sviluppo, che per ogni miliardo di euro di finanziamenti alle fossili ne destina 13,9 alle rinnovabili.
Buon risultato anche la Banca africana di sviluppo (per ogni miliardo alle fossili, 5,3 vanno a investimenti nelle rinnovabili). Per tutte le altre, invece, il rapporto tra investimenti nelle rinnovabili e nelle fonti fossili è sostanzialmente di 1 a 1.
“Negli ultimi mesi, abbiamo visto progressi negli annunci fatti, ma c’è ancora molta strada da fare”, commenta Helena Wright, Senior Policy Advisor presso E3G. “Le banche di sviluppo devono agire nell’interesse pubblico e favorire il passaggio globale ad un’economia a emissioni zero. L’analisi mostra che le banche stanno già finanziando diversi progetti innovativi per aumentare gli investimenti climatici. Ma il gruppo di banche di sviluppo deve muoversi sempre più velocemente per contribuire ad evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici”.
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