Perché alle rinnovabili serve un decreto Semplificazioni ben fatto?

 

Rinnovabili - Foto di Tom Swinnen da PexelsLa risposta sta nel flop registrato dalle graduatorie del quinto bando a valere sul decreto rinnovabili. Il settore ha bisogno di semplificazioni vere.

Cosa c'è nel decreto Semplificazioni

Un’urgenza sottolineata in più occasioni nel corso degli ultimi anni da aziende, ambientalisti e associazioni di settore. Bloccate dalla burocrazia, le energie rinnovabili hanno bisogno di semplificazioni importanti degli iter normativi per ripartire. Ecco cosa propongono nel dettaglio le associazioni delle imprese che operano nel settore. 

Elettricità Futura: urgente un Dl Semplificazioni fatto bene

I risultati delle graduatorie della quinta procedura del DM 4 luglio 2019 rendono urgente l’emanazione di un decreto Semplificazioni efficace e nuovi criteri per l’allocazione dei MW non assegnati.

L’unica crescita nel settore delle rinnovabili in Italia è quella dei contingenti non assegnati nei bandi del DM FER 1, sottolinea in una nota Elettricità Futura. Nell’ultimo bando (il quinto) solo il 12% (298 MW) del contingente di gara (2.461 MW) è stato effettivamente assegnato.

Ha fatto eccezione il mini-idroelettrico in cui le offerte ricevute hanno superato i MW messi a gara: 23 MW sono state le richieste mentre il contingente a disposizione è stato di circa 14 MW. Il risultato? Mentre per tutte le altre categorie non si è riusciti ad assegnare una larga parte dei MW a disposizione, nel caso del piccolo idroelettrico ben 36 impianti (per una potenza di 9 MW) sono stati esclusi per raggiunto limite del contingente.

“Il DM FER 1 prevede solo due ulteriori bandi. Ne servono di più per poter mettere a disposizione degli operatori i MW non assegnati”, commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura. “Le prossime aste dovrebbero, sulla base dei risultati registrati finora, aumentare il contingente delle categorie, come l’idroelettrico, per cui le offerte sono state notevolmente superiori al plafond”.

Elettricità Futura ha quindi inviato al Governo e al Ministero della Transizione Ecologica alcune proposte che permetterebbero agli operatori del settore elettrico di investire e al Paese di raggiungere il Green Deal.

Cosa prevede, nel dettaglio, il Recovery Plan per le energie rinnovabili

Coordinamento FREE: servono vere semplificazioni

Il Coordinamento FREE avanza proposte per una semplificazione vera per la decarbonizzazione, basate sulle cifre che per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono molto sfidanti.

Secondo le stime del Coordinamento FREE, per le rinnovabili elettriche l’incremento di capacità richiesto sarà di circa 70 GW, il che nel decennio 2021-2030 comporta l’installazione di circa 8 GW ogni anno contro circa 1 GW all’anno attuale e il passaggio dai 900mila impianti in esercizio a fine 2019, ai 2,5 milioni, in gran parte installati a terra. È necessario pertanto: semplificare le procedure autorizzative esistenti, che stanno bloccando o ritardando un gran numero di progetti; sensibilizzare i cittadini sui ritorni in termini economici, sociali e ambientali della transizione energetica; ottenere un atteggiamento proattivo da parte delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche.

“Basta una semplice calcolatrice per rendersi conto che stiamo andando a un ottavo della velocità necessaria e che di questo passo raggiungeremo gli obiettivi al 2030 verso il 2070”, afferma Livio de Santoli, presidente del Coordinamento FREE. “E per questo abbiamo realizzato un documento che consegniamo oggi al mondo politico, nel quale si evidenziano sia le strategie, sia le tattiche operative per evitare quella che potrebbe essere una vera e propria Caporetto delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e della transizione ecologica, in Italia”.

In due documenti dedicati a semplificazioni e incentivi, il Coordinamento FREE chiede in particolare semplificazioni fattive per tutte le rinnovabili, specialmente per consentire la realizzazione di impianti green field che oggi si fatica ad autorizzare. Senza tale profondo impulso alla realizzazione di nuovi impianti, oltre al necessario rinnovamento di quelli esistenti, non si potranno raggiungere gli obiettivi del PNIEC.

Oltre a ciò il Coordinamento FREE chiede la semplificazione dell’Ecobonus, delle installazioni delle rinnovabili nei centri storici e per il nascente settore dell’agrivoltaico, anche perché non bisogna ripetere gli errori industriali del passato.

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