Il difficile negoziato UE su rinnovabili ed efficienza energetica
Aggiornato il 17 gennaio 2018 La plenaria del Parlamento europeo non delude le attese e chiede target vincolanti su efficienza e rinnovabili. Ma non sarà semplice.
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Lo aveva chiesto la commissione Ambiente del Parlamento europeo a ottobre, e i big dell’industria energetica si erano allineati a distanza di pochi giorni. Un mese dopo, anche la commissione Industria del PE ha reclamato obiettivi più ambiziosi e vincolanti su efficienza energetica e rinnovabili. Ora è la plenaria del Parlamento europeo a ribadire il concetto.
L’Esecutivo avrebbe intenzione di accogliere, almeno in parte, l’idea di innalzare l’asticella delle rinnovabili al 2030. Ma il Consiglio potrebbe mettersi di traverso. E anche quella sull’efficienza non sarà una partita facile.
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A che punto sono i paesi UE nell’uso di energie rinnovabili
In base alle norme attualmente in vigore, entro il 2020 almeno il 20% di tutta l’energia consumata deve provenire da fonti rinnovabili, quali il sole, la biomassa, l’idroelettrico o l’eolico. La maggior parte dei membri dell’Unione è sulla buona strada, avendo già raggiunto o essendo molto vicina al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020.
L’Italia è fra questi, avendo centrato già due anni fa l’obiettivo fissato al 2020. Ma la quota di energia rinnovabile consumata (17,5%) è minore rispetto a quella di altri Stati. Nella vicina Austria, ad esempio, è al 33%.
Target rinnovabili: il Parlamento europeo vuole di più...
Un anno fa la Commissione europea aveva ribadito l’obiettivo fissato nel 2014 dal Consiglio europeo: raggiungere il 27% di rinnovabili entro il 2030, senza prevedere obblighi vincolanti per gli Stati membri.
Proposta che il Parlamento europeo ha definito in più occasioni deludente. In origine, la bozza di emendamento elaborata dalla Commissione Industria con l’appoggio di quella per l’Ambiente proponeva un obiettivo di rinnovabili nei consumi finali europei del 45% (ben 18 punti percentuali in più rispetto alla proposta dell’Esecutivo). Impegno che, realisticamente, non avrebbe mai trovato il consenso degli Stati membri.
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Così, il target è stato portato al 35%, con la richiesta di includere obiettivi nazionali vincolanti. Percentuale che ha trovato il via libera della plenaria del Parlamento europeo, che ha inserito due importanti novità nel provvedimento: l’eliminazione dell’olio di palma come materia prima e il tetto del 7% per i biofuel di prima generazione (in competizione con il settore alimentare) per il calcolo del target “trasporti puliti”.
...e la Commissione è pronta a rivedere i suoi piani, ma c’è da fare i conti con gli Stati membri
“I costi per raggiungere l’obiettivo del 27% e del 30% sono all’incirca gli stessi”, ha dichiarato nei giorni scorsi il commissario per l’Unione dell’energia Maros Sefocvic, aprendo di fatto – anche se solo in parte - alle richieste del Parlamento.
Il calo dei costi delle rinnovabili, “avvenuto in un brevissimo periodo”, infatti, ha convinto Bruxelles a rivedere le sue proiezioni per la fine del prossimo decennio. “Pertanto, abbiamo accolto volentieri la richiesta del Parlamento europeo di aggiornare la nostra modellizzazione”, nella speranza che ciò possa facilitare i negoziati.
C’è però da fare i conti con gli Stati membri, che sembrano opporsi a qualsiasi impegno. Secondo le indiscrezioni, il Consiglio vorrebbe annacquare gli obiettivi attraverso l’approccio “del corridoio”, che consentirebbe ai Paesi di incamminarsi verso gli obiettivi 2030 senza target annuali vincolanti, ma beneficiando di una notevole flessibilità.
Efficienza energetica: altra partita non facile
Anche in questo caso, la proposta del Parlamento europeo è al rialzo rispetto a quella iniziale della Commissione, che nel rivedere la direttiva 2012/27 – ad oggi il principale strumento legislativo sull'efficienza energetica in vigore a livello UE – ha chiesto di introdurre un obiettivo europeo vincolante di miglioramento dell'efficienza energetica del 30% per il 2030.
Alla vigilia del voto in commissione Industria i gruppi politici si erano mostrati divisi. Spaccatura che si riflette nel voto sulla relazione che chiede un target europeo del 40% e obiettivi nazionali vincolanti per migliorare l’efficienza energetica, approvato con appena 33 voti a favore, 30 contrari e 2 astenuti. Nel testo licenziato da Strasburgo, si è scesi a un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica UE del 35% dopo il 2021.
L'asticella si è abbassata probabilmente per rendere l'intesa con gli Stati membri più realistica. A giugno dello scorso anno, infatti, i ministri avevano raggiunto un accordo sull'approccio generale alla direttiva che già indeboliva la proposta iniziale della Commissione europea, rendendo non vincolante l’obiettivo del 30% di efficienza energetica.
Trasporti, biomasse, auto elettriche, autoconsumo: cos'altro chiede il Parlamento europeo
Dal divieto all'olio di palma alle auto elettriche. Ecco le altre richieste avanzate da Strasburgo.
Nel 2030, ogni Stato membro dovrà garantire che il 12% dell'energia consumata nei trasporti provenga da fonti rinnovabili. Il contributo dei biocarburanti cosiddetti di "prima generazione" (composti da colture alimentari e da mangimi) dovrà essere limitato ai livelli del 2017 con al massimo il 7% del trasporto stradale e ferroviario. I deputati vogliono anche vietare l'uso dell'olio di palma a partire dal 2021.
La quota dei biocarburanti avanzati (che hanno un impatto minore sull'uso del suolo rispetto a quelli basati sulle colture alimentari), dei carburanti rinnovabili per i trasporti di origine non biologica, dei combustibili fossili a base di rifiuti e dell'elettricità rinnovabile dovrà essere pari almeno all'1,5% nel 2021, con un aumento fino al 10% nel 2030.
I regimi di sostegno alle rinnovabili derivanti dalla biomassa devono essere concepiti in modo tale da non incoraggiare un uso inappropriato della biomassa ove esistano impieghi industriali o materiali che offrono un valore aggiunto più elevato, in quanto il carbonio catturato nel legno verrebbe liberato se fosse bruciato per riscaldamento. Per quanto riguarda la produzione di energia, occorre pertanto dare priorità alla combustione dei rifiuti di legno e residui.
Sul fronte auto elettriche, il PE chiede che entro il 2022 il 90% delle stazioni di rifornimento lungo le strade delle reti transeuropee dovrà essere dotato di punti di ricarica ad alta potenza per i veicoli elettrici.
Infine, il Parlamento vuole garantire che i consumatori che producono energia elettrica nei loro edifici (autoconsumo) abbiano il diritto di consumarla e di installare sistemi di stoccaggio senza dover pagare oneri, canoni o imposte.
Il mandato negoziale chiede inoltre agli Stati membri di valutare gli ostacoli esistenti all’autoconsumo di energia prodotta nei territori dei consumatori, di promuovere tale consumo e di garantire che i consumatori, in particolare le famiglie, possano aderire alle comunità delle energie rinnovabili senza essere soggetti a condizioni o procedure ingiustificate.
Governance dell'Energy Union
Per raggiungere gli obiettivi dell'Unione dell’energia, la plenaria chiede che ogni Stato membro notifichi alla Commissione un piano nazionale integrato per l'energia e il clima alla Commissione dell'UE entro il 1° gennaio 2019 e, successivamente, ogni dieci anni. Il primo piano deve coprire il periodo dal 2021 al 2030. I seguenti piani devono coprire il periodo di dieci anni immediatamente successivo alla fine del periodo coperto dal piano precedente.
La Commissione dovrebbe valutare i piani nazionali integrati per l'energia e il clima e formulare raccomandazioni o adottare misure correttive qualora ritenesse che i progressi compiuti siano insufficienti o che siano state adottate azioni insufficienti.
Photo credit: Filipeamaral
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