InvestEU, novita’ in arrivo per banche e imprese italiane
Stimolare la crescita, creare occupazione e accrescere la competitività dell’economia europea. Sono gli obiettivi generali di InvestEU, il fondo europeo post 2020 presentato a Roma durante il convegno promosso dall’Associazione bancaria italiana (ABI), in collaborazione con Warrant Hub, nell’ambito del Progetto Banche 2020.
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Il nuovo programma InvestEU, il fondo che riunirà gli strumenti finanziari attualmente esistenti, sarà la naturale prosecuzione del Piano Juncker nell’ambito della nuova programmazione europea 2021-2027, ha dichiarato Raffaele Rinaldi, responsabile Ufficio Credito e Sviluppo dell’ABI, aprendo i lavori della giornata.
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Dal Piano Juncker ad InvestEU
L’Italia è uno dei paesi europei che è riuscito ad utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dal Piano Juncker; gli interventi approvati finora in Italia nell’ambito del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) ammontano a 10,6 miliardi euro, che dovrebbero mobilitare altri 67,4 miliardi di euro, ha sottolineato Rinaldi.
In continuità con il Piano Juncker, anche InvestEU sarà un programma fondamentale per rilanciare la crescita e gli investimenti in Europa, mobilitando 650 miliardi di euro.
Nel dettaglio, in base alla proposta della Commissione UE, il fondo opererà tramite una garanzia pubblica di 38 miliardi di euro a prezzi correnti, con un tasso di copertura del 40%, pari ad un fabbisogno di 15,2 miliardi, che sosterrà i progetti di investimento dei partner finanziari, accrescendone la capacità di rischio.
I partner finanziari saranno tenuti a contribuire per almeno 9,5 miliardi di euro di capacità di rischio, portando la garanzia totale a 47,5 miliardi di euro. L’effetto moltiplicatore è fissato a 13,7 - anziché 15 per ogni euro di garanzia come nel caso del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) – a fronte del rischio maggiore dei progetti.
L’obiettivo del programma è sostenere gli investimenti pubblici e privati in settori strategici per l’UE, ha proseguito Carlo Corazza, responsabile del Parlamento europeo in Italia - Direzione generale della Comunicazione.
Il fondo, infatti, prevede quattro settori di intervento:
- Infrastrutture sostenibili, con garanzie per 11,5 miliardi di euro per il finanziamento di progetti in energia rinnovabile, connettività digitale, trasporti, economia circolare, acqua, rifiuti e altre infrastrutture ambientali,
- Ricerca, innovazione, digitalizzazione, con garanzie per 11,25 miliardi di euro per il finanziamento di progetti in ricerca e innovazione, commercializzazione dei risultati della ricerca, digitalizzazione dell’industria, sostegno alle imprese innovative, intelligenza artificiale,
- Sostegno alle PMI, con garanzie per 11,25 miliardi di euro per facilitare l’accesso al credito di piccole e medie imprese e, in casi debitamente giustificati, per le piccole imprese a media capitalizzazione,
- Investimenti sociali e accrescimento delle competenze, con garanzie per 4 miliardi di euro per il finanziamento di progetti in competenze, istruzione, formazione, edilizia popolare, scuole, università, ospedali, innovazione sociale, cure mediche, assistenza di lunga durata e accessibilità, ma anche microfinanza, imprenditoria sociale, integrazione di migranti, rifugiati e persone vulnerabili.
Tra le grandi novità del fondo, ha proseguito Adelaide Mozzi, consigliere per la governance economica della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, c’è la possibilità per gli Stati membri di allocare risorse derivanti da fondi strutturali e di investimento europei nell’ambito di InvestEU.
Ogni finestra del programma, infatti, si compone di due comparti: il comparto dell’UE, che si occuperà di fallimenti del mercato o situazioni di investimento subottimali nuovi o complessi oppure che interessano tutta l’Unione; il comparto degli Stati membri, che si occuperà dei fallimenti del mercato o delle situazioni di investimento subottimali che interessano uno o più Paesi dell’Unione, per realizzare gli obiettivi dei fondi in regime di gestione concorrente.
All’interno di ciascuna sezione gli Stati membri potranno costituire comparti differenziati, cui destinare fino al 5% dei fondi della Politica di Coesione e beneficiare della garanzia dell'UE e del suo elevato rating del credito. InvestEU poi semplifica molto l’accesso ai finanziamenti UE grazie ad unico regolamento, allo scopo di aiutare i beneficiari in termini di chiarezza e di sinergie con altri programmi europei.
Il partner principale del progetto sarà il gruppo BEI, come nel caso del FEIS, ma avranno accesso diretto alla garanzia dell'UE istituzioni finanziarie internazionali attive in Europa, quali la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la Banca mondiale e la Banca del Consiglio d'Europa, e le banche di promozione nazionali, che dovranno operare in gruppo, in modo da coprire almeno tre Stati membri.
I soggetti interessati a diventare partner esecutivi di InvestEU dovranno rispettare le linee guida definite dalla Commissione UE e rispondere ad un’apposita call for interest, ha spiegato Mozzi.
Banche, imprese e istituzioni italiane si preparano per InvestEU
A livello nazionale gli Stati membri potranno decidere le somme da destinare ad InvestEU, nell’ambito del comparto a loro riservato per ogni finestra, in sede di Accordo di partenariato oppure in sede di revisione del programma, ha precisato Crescenzo Rajola, consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche di coesione.
L’Italia potrà assegnare fino al 5% dei propri fondi SIE per l’attivazione di strumenti finanziari con la garanzia di InvestEU.
Lo Stato membro interessato dovrà sottoscrivere un accordo di controgaranzia per trasferire alla Commissione UE l’ammontare dei fondi SIE che intende destinare volontariamente al comparto per gli Stati membri previsto dal fondo, ha spiegato Alfredo Varrati, responsabile Finanza Strutturata - Imprese e Istituzioni Finanziarie di Cassa Depositi e Prestiti.
I fondi trasferiti costituiscono l’accantonamento per il rilascio della garanzia da parte dell’UE, fissato ad un livello compatibile con il profilo di rischio della tipologia di operazioni che si intendono attivare. Con un accordo di garanzia verranno definite le modalità di rilascio della garanzia in favore del partner esecutivo – per esempio CDP -, selezionato per attivare strumenti finanziari specifici.
Il ruolo dei partner esecutivi di InvestEU sarà fondamentale per avvicinare il programma alle imprese più piccole e alle loro esigenze, ha proseguito Francesca Brunori, direttore dell’area Credito e Finanza di Confindustria, sottolineando come l'Associazione degli industriali abbia apprezzato l’inserimento delle Mid Cap – il cui accesso ai mercati finanziari non è privo di difficoltà - nella sezione del programma dedicata alle PMI.
La semplificazione delle procedure alla base di InvestEU ha riscosso pareri positivi soprattutto tra le imprese del comparto agricolo, che – ha evidenziato Cristina Tinelli, responsabile dell’Uffico di Bruxelles di Confagricoltura – si trovano troppo spesso a fare i conti con tecnicismi e problemi burocratici che limitano l’accesso ai fondi UE, come nel caso della piattaforma AGRI.
Il nuovo programma, infine, sarà una risorsa importante non solo per le imprese ma anche per le pubbliche amministrazioni che investono sul territorio, ha sottolineato Alberto Marchiori, incaricato per le Politiche UE di Confcommercio, ricordando il protocollo d’intesa sottoscritto con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) per promuovere i processi di rigenerazione urbana.
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