Riforma PA – il testo della direttiva sul lavoro agile
In base alla direttiva entro 3 anni fino al 10% dei lavoratori delle PA potrà avvalersi delle nuove modalità di lavoro agile
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La direttiva sul lavoro agile nella PA è uno strumento importante di conciliazione vita-lavoro, ma anche un’innovazione dell'organizzazione che mette al centro la tecnologia e una grande scommessa per cambiare la Pubblica amministrazione nell'ottica della qualità dei servizi al cittadino e nella logica dei risultati. Così la ministra per la Pubblica amministrazione e la semplificazione Marianna Madia ha commentato la firma del provvedimento, frutto di un lavoro congiunto con la sottosegretaria alla Presidenza alla Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi Boschi e il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Enrico Costa.
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Tra le novità della legge n. 124 del 2015 di riforma della PA vi è la previsione di misure per la promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Le amministrazioni pubbliche sono quindi chiamate a fissare obiettivi annuali per l'attuazione del telelavoro e a sperimentare modalità di lavoro agile o smart working, ad esempio prevedendo lo svolgimento dell'attività lavorativa in parte all'interno dei locali dell'amministrazione e in parte all'esterno.
Tali misure devono permettere, entro tre anni, ad almeno il 10% dei dipendenti, laddove lo richiedano, di lavorare in modalità agile senza subire penalizzazioni di tipo economico o in termini di progressione di carriera. La direttiva fornisce una serie di indicazioni operative per l'attivazione del lavoro agile da parte delle PA, che dovranno verificare l'impatto delle misure organizzative adottate sull'efficienza dell'azione amministrativa e sulla qualità dei servizi erogati.
“Grazie ai nuovi sistemi di valutazione delle performance nella PA, i risultati verranno monitorati, misurati e connessi al potenziamento tangibile dei servizi. Questo nuovo modello di organizzazione del lavoro, come ogni sperimentazione, avrà bisogno di essere curato nell’attuazione, anche attraverso il prezioso lavoro dei Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità e il benessere dei lavoratori, affinché si trasformi in un cambiamento positivo”, ha sottolineato la ministra.
Sempre in tema di promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, le pubbliche amministrazioni potranno stipulare convenzioni con asili nido e scuole dell'infanzia e organizzare, anche attraverso accordi con altre amministrazioni pubbliche, servizi di supporto alla genitorialità, aperti durante i periodi di chiusura scolastica.
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