Terremoto Centro-Italia: a che punto è la ricostruzione?
Sono passati tre anni dal sisma del 24 agosto 2016 che ha colpito l’Abruzzo, il Lazio, le Marche e l’Umbria. Un rapporto del Commissario straordinario per la ricostruzione fa il punto sugli interventi realizzati e su quello che c’è ancora da fare.
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Grazie al rapporto pubblicato a tre anni esatti dal sisma del 24 agosto 2016, vengono inanellati uno dietro l’altro i dati che fotografano la situazione delle aree colpite da sisma, l’avanzamento nella rimozione delle macerie e gli interventi per la ricostruzione con i relativi finanziamenti.
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L’area colpita dal sisma
Sono stati in tutto 351 i comuni interessati dalle scosse che si sono susseguite tra il 2016 e il 2017, divisi in quattro regioni. Di questi, 138 sono stati inseriti nel cosiddetto “cratere”.
Si tratta di comuni che, in totale, al 31 luglio 2016 ospitavano oltre 581 mila persone e vedevano la presenza sul proprio territorio del 31% di seconde case.
Le macerie
La rimozione delle macerie spetta al Dipartimento della Protezione Civile e alle Regioni.
Sulla base dei dati al 31 marzo 2019, espressi in tonnellate e riportati nel rapporto, si apprende che restano ancora da rimuovere oltre 797.544 tonnellate di macerie, suddivise tra le quattro regioni.
La ricostruzione
22 miliardi di euro. E’ questo l’importo complessivo dei fondi che sono stati previsti per la ricostruzione, sulla base della stima del danno effettuata dal Dipartimento della Protezione Civile.
Si tratta di fondi destinati sia alla ricostruzione di strutture pubbliche, sia a quella di immobili privati sulla base, però, di due diversi meccanismi di finanziamento.
Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, i circa 2.300 interventi di questa natura sono disciplinati da una serie di ordinanze (le numero 14, 33, 23, 32, 64, 27, 48, 37, 56, 38, 84), finanziate con circa 2,160 miliardi di euro dal Ministero dell'economia (MEF) tramite la legge di bilancio. Ad oggi sono stati erogati 41 milioni di euro a quei beneficiari che hanno avviato la fase di progettazione.
Nello specifico il rapporto contiene i dati relativi agli interventi e ai relativi importi stanziati, suddivisi sulla base della tipologia di struttura pubblica:
- Le scuole (ordinanze 14 e 33) sono state interessate da 102 interventi, per un totale di oltre 300 milioni di euro;
- Le chiese (ordinanze 23 e 32) hanno subito 168 interventi per un totale di oltre 40 milioni di euro;
- Gli interventi sui dissesti idrogeologici (ordinanza 64) sono stati, invece, 71 per un totale di oltre 100 milioni di euro;
- L’edilizia pubblica (ordinanza 27) ha visto la realizzazione di 277 interventi per un totale di oltre 194 milioni di euro;
- Le opere pubbliche (ordinanze 37 e 56) sono state interessate da 838 interventi per un totale di oltre 1 miliardo di euro;
- Gli interventi sui beni culturali (ordinanze 38 e 84) sono stati 740 per uno stanziamento complessivo di oltre 396 milioni di euro;
- Infine gli interventi realizzati tramite gli “SMS solidali” (ordinanza 48) sono stati 95 per un totale di oltre 33 milioni di euro.
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Gli interventi di ricostruzione privata, invece, sono finanziati con il credito d’imposta, tramite un meccanismo composto di varie fasi.
In particolare, via via che gli Uffici Speciali Ricostruzione Regionali (USR) raccolgono la richiesta di contributo ricostruzione (RCR), si attinge al plafond di liquidità che Cassa Depositi e Prestiti (CDP) mette a disposizione delle banche che hanno aderito alla convenzione tra Commissario e l’ABI.
Grazie a questa convenzione, infatti, lo Stato garantisce il rimborso delle rate attraverso il credito d’imposta ceduto alle banche che, a fronte di pagamenti tempestivi, recuperano gli importi di conguaglio IRPEF. Sulla base dei dati aggiornati al 25 giugno 2019, i fondi messi finora in circolo da CDP sono stati pari a 200 milioni di euro.
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